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Ravello, 4 aprile 1912: Consiglio comunale disse no all’annessione di Castiglione ad Atrani

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di Salvatore Sorrentino*

Nel 1912, un gruppo di venti cittadini chiese al Consiglio Provinciale, allora competente in materia, la segregazione (cioè il distacco) della frazione Castiglione da Ravello e la conseguente sua aggregazione (cioè annessione) al territorio del comune di Atrani.

Non era la prima volta che si tentava questa operazione.

Già il 25 novembre 1862, or sono 160 anni, il Consiglio Comunale di Ravello aveva dovuto, una prima volta, respingere la pretesa di segregazione, che allora si chiedeva nientemeno che per la lontananza dall’abitato di Ravello per la somministrazione dei Sacramenti.

La mancata fortuna del 1862 aveva comunque scoraggiato solo per poco gli Atranesi, i quali, nel 1875, tornarono alla riscossa, lagnandosi non solo della lontananza del servizio religioso, ma altresì della insufficienza dei servizi civili e scolastici!

Non ostante tutti i pretesti, gli ini¬ziatori scoprivano il loro gioco quando scrivevano, nella istanza di segregazione «… emergere la necessità (per gli Atranesi) di allargare il territorio,…e restringere… quello di Ravello, nello interesse dei sottoscritti».

Con la deliberazione consiliare di Ravello, del 16 maggio 1875, accettata dalle Superiori Autorità, fu di nuovo messa a dormire la pretesa.

Si giunge, così, al tentativo di un secolo fa esatto.

Il Consiglio Comunale di Ravello, infatti, il 4 aprile 1912, si oppone alla richiesta di questi venti cittadini, adducendo, innanzitutto, che il Comune di Ravello ha indispensabile bisogno della frazione, perdendo la quale mancherebbe di qualsiasi sbocco sul mare. La marina di Castiglione è l’unico lembo di mare che appartiene a Ravello.

«Senza il mare – rileva il Consiglio Comunale di Ravello, nella tornata del 4 aprile 1912 – sarebbe disconosciuta la ragione geografica e la voce della fama che richiama a Ravello, da ogni parte del mondo civile, gli amatori entusiasti del panorama, che a Castiglione più deliziosamente sorride».

L’Amministrazione Comunale di Ravello diede incarico all’avvocato Giuseppe Fragola, professore dì dritto amministrativo nella Regia Università di Napoli, di perorare i diritti del Comune.

Questi, nella seduta del 20 novembre 1912, apportò all’«On. Consiglio Provinciale» di Salerno mille altri motivi perché Castiglione restasse a Ravello.

Per sola curiosità, cito i motivi principali addotti dal prof. Fragola a sostegno della richiesta dei Ravellesi, ignorando volutamente quelli di carattere strettamente giuridico, che poco interessano il lettore.

– «… i firmatarii sono soltanto venti, cioè meno della metà … » del numero minimo occorrente, che, in quel momento, era di sessantun elettori.

– «… e, di questi venti, due, il dott. Vincenzo Stucchi e il signor Chieffi Angelo, non sono né proprietarii, né elettori di Ravello!!».

– «Né la domanda è procedibile, fino a che talune firme non sieno autenticate da Notaio, come prescrive l’art. 47 citato del Regolamento».

– «E vi sono poi firme di parecchi individui da tempo emigrati all’estero !! ».

– «Altro motivo di improponibilità della istanza è nel fatto che ai richiedenti manca la qualità essenziale per poter domandare la segregazione della pretesa frazione; e cioè l’essere ivi residenti. Invece, con certificato del Sindaco, l’uffiziale competente, e in virtù del registro di popola¬zione di Ravello, si dimostra che dei 20 richiedenti, 12 non sono residenti in Ravello, e lo sono invece in Atrani». Il distacco può essere richiesto solo dai residenti in una frazione.

– «Nella specie non solo non vi è una separazione naturale della pretesa frazione; non solo non vi è un aggregato sociale autonomo, né vi è un patrimonio, né qualsiasi altro elemento distintivo di gruppo».

– «Lo sfasciamento del nucleo fondamentale della vita politica odierna, il Comune, non può essere determinato da capriccio o da desiderio imperialistico comunale. Una frazione non si stacca da un comune e si aggrega ad un altro, sol per allargare il territorio di questo, come Atrani pretende. Occorrono necessità sociali, bisogni collettivi sentiti e non raggiunti, e che meglio si raggiungerebbero in diverso aggruppamento: tutta roba che gl’istanti si sono dimenticati di dimostrare, e seriamente».

– «Il vero è che Castiglione non ha veruna sincera necessità di aggregarsi ad Atrani; ciò non è suggerito né da ragioni topografiche, né sociali, né economiche».

– «Il vero è che questa della separazione di Castiglione ha soltanto per movente la cupidigia di accrescimento territoriale di Atrani. E sono gli Atranesi proprietari di beni in Ravello che mantengono viva questa agitazione artifiziosa e Atranesi sono fra gli iniziatori due individui, Proto Francesco e Gambardella Giovanni, consiglieri comunali di Atrani».

«CONCLUSIONE»

– «Si ha fiducia che l’on. Consiglio Provinciale vorrà dichiarare improcedibile o rigettata la istanza di segregazione suddetta».

Addì 20 novembre 1912

Avv. Giuseppe Fragola
Professore di diritto amministrativo
nella R. Università di Napoli

*sindaco emerito di Ravello

redazione
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