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Ravello, addio al prof. Vincenzo Palumbo: imprenditore alberghiero visionario ha dato slancio all’economia turistica del paese

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di EMILIANO AMATO

Mondo dell’imprenditoria e del turismo a lutto per la scomparsa del professore Vincenzo Palumbo avvenuta questa mattina a Ravello, nella sua abitazione di Via Trinità. Il patron del gruppo VI.Pa. Alberghi che comprende le strutture di Villa Maria e Giordano e la splendida Villa Eva si è spento all’età di 86 anni. Negli ultimi anni le sue precarie condizioni di salute lo avevano costretto al ritiro dalla scena pubblica. Tra le mura domestiche è stato circondato dall’affetto dei figli Francesco e Giuseppe con le nuore e gli adorati nipoti Vincenzo, Carla e Francesco e Bruno.

L’ultimo saluto al professore Vincenzo Palumbo domani, giovedì 1° maggio, alle 16.00 nel Duomo di Ravello.

Senza dubbio il Professore è stato una figura centrale che ha operato in più campi: nella vita culturale, imprenditoriale e sociale di Ravello che oggi saluta non solo un imprenditore di razza, ma un uomo che ha saputo coniugare visione, passione e rispetto per le proprie radici.

Per ciò che ha realizzato, forse una sola vita non sarebbe bastata. E nemmeno due. Ma lui, alla fine, è sempre rimasto “il professore”: maestro d’accoglienza e d’impresa, sì, ma prima ancora docente di lingua francese, professione che ha esercitato con rigore e passione in diversi istituti della provincia di Salerno, da Vallo della Lucania a Nocera, fino alla sua amata Ravello.

Dopo la laurea in Lingua e Letteratura Francese conseguita giovanissimo, il professor Palumbo ha avuto anche un ruolo attivo nella politica locale. Fu vicesindaco di Lorenzo Mansi fino al 1971 e continuò a servire la comunità con Salvatore Sorrentino fino alla metà degli anni Settanta, con dedizione e spirito di servizio.

Ma il richiamo del mondo alberghiero si fece presto irresistibile. Nelle sue vene scorreva il sangue dell’imprenditore. Seguendo l’esempio della nonna Orsola, cominciò dalla gestione della pensione Giordano, fino a realizzare uno dei più importanti poli alberghieri della Costiera Amalfitana. Con coraggio e determinazione acquistò Villa Maria, una residenza d’epoca che divenne il simbolo della sua visione imprenditoriale. I primi risparmi, qualche prestito da parenti e amici, e tanta, tantissima volontà di riuscire.

Nel 1974 sposò Carla Rispoli di Positano (scomparsa prematuramente nel 2019) e insieme hanno cresciuto due figli, Francesco e Giuseppe, oggi alla guida del gruppo di famiglia. Un cammino fatto anche di ostacoli, superati con tenacia e fiuto imprenditoriale.

All’inizio degli anni Duemila, il professor Palumbo acquistò anche Villa Eva, oggi tra le location più ambite al mondo per matrimoni da sogno. Con una visione moderna e lungimirante, riuscì a intercettare il fenomeno del destination wedding e a farne un pilastro dell’economia locale: oltre 200 eventi ogni anno, da aprile a ottobre, coppie da tutto il mondo, e oltre 120 posti di lavoro. In oltre sessant’anni, alla sua scuola si sono formate migliaia di professionalità ravellesi e della Costiera nel settore turistico. Un vero miracolo imprenditoriale, costruito con metodo, eleganza e dedizione.

Nel 2006 partecipò anche all’acquisto di Villa Rondinaia, residenza che contribuì a preservare per qualche anno, prima di cederne la sua quota.

Ma Vincenzo Palumbo era molto più di un imprenditore. Era una persona che non ha mai dimenticato da dove veniva. Gentiluomo, leale, rispettoso delle regole e degli altri, credeva nei valori autentici dell’amicizia e della comunità. Ravello oggi piange uno dei suoi figli migliori, custode delle tradizioni, protagonista della vita economica e culturale del paese.

Credeva fermamente nell’amicizia: fino a pochi anni fa, il 2 marzo (giorno del suo compleanno), erano in tanti gli invitati al “Giordano” per il suo evento dal titolo “Bussare coi piedi” al quale ognuno doveva portare qualche pietanza, magari la propria ricetta favorita, e quindi avere le mani impegnate per poter bussare.

La sua eredità vive nelle strutture che ha creato, nei sorrisi di chi lavora con passione nei suoi alberghi, nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Addio Professore, Ravello non ti dimenticherà.

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