E’ allarme sicurezza sulla Strada provinciale 1 Ravello-Chiunzi, alle porte della Città della Musica. La scorsa notte, intorno alle 23.30, un nuovo masso, di cospicue dimensioni, è piombato al centro della sede stradale. Sul posto sono giunti i Carabinieri e i Vigili del Fuoco del distaccamento di Maiori e il vicesindaco di Ravello Gianluca Mansi. Il grosso pezzo di roccia è stato rimosso e demolito dai caschi rossi, mentre un altro resta incastrato all’interno del canale di raccolta delle acque meteoriche a bordo strada.
La Costiera Amalfitana, è noto, è interessata al continuo rischio idrogeologico. E anche questa volta, per fortuna, possiamo parlare di masso “intelligente”, che non ha coinvolto veicoli in transito. Ma fino a quando? L’ultimo distacco da quella stessa parete rocciosa, al chilometro 4, in località “Acqua Sambucana”, risale al 18 luglio scorso. Pure in quel caso il grosso blocco fu spostato al lato della strada dove sono evidenti altri residui di precedenti crolli (nelle foto).
I segni tangibili della vulnerabilità della roccia, in questo tratto non protetta da reti corticali. Qui la fitta vegetazione spontanea nasconde numerose insidie, fratture e altri frammenti pietrosi, più o meno rilevanti, pronti ad abbattersi sulla strada sottostante e a far danno in qualsiasi momento.
Come da prassi questa mattina era atteso il sopralluogo tecnico da parte delle autorità competenti, per le verifiche geostatiche del caso. Ma inspiegabilmente sembra non si sia mosso ciò che in realtà doveva muoversi.
Va ricordato che quest’arteria provinciale risulta vitale per i collegamenti turistici tra la Costiera, l’aeroporto di Capodichino e i paesi dell’Agro Nocerino, alleggerendo il traffico sulla Statale Amalfitana. Dal 1° novembre 2012, da dieci anni oramai, la strada della vergogna risulta chiusa al transito veicolare dal chilometro 3 all’8. Ma soltanto sulla carta. C’è solo un cartello catarifrangente sbiadito ad avvisare gli automobilisti che la percorrono quotidianamente. Di recente sono stati realizzati lavori di sostituzione del manto stradale in punti critici ma sembra che ai continui crolli non segua un’istantanea attivazione degli interventi proporzionale all’entità del pericolo.
I segnali sono inequivocabili e non vi sono motivazioni per non intervenire celermente, prima dell’irreparabile. In quel caso non vi saranno giustificazioni. E nessuno venga a dirci che la strada della “vergogna” risultava chiusa.