Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma della dottoressa Benedetta D’Amato che mette in guardia dai rischi della leishmaniosi per i cani. Segue testo.
Sono un medico della costiera e un appassionata cinofila vi scrivo per un annosa questione che riguarda i nostri amici a 4 zampe di cui poco si parla e di cui molti proprietari, almeno da me intervistati, sono completamente ignari.
Il problema in questione è la Leishmania, malattia mediterranea dei climi caldo torridi che in Italia colpisce di più i cani ma che in altre parti del mondo meno evolute anche l’uomo. La malattia è portata da un insetto chiamato Pappataceo che vive e fa le uova vicino ai rivoli d acqua fiumi ruscelli etc. L insetto portatore del parassita ha la sua massima attività dal crepuscolo all’alba particolarmente dalle 17 alle 5 del mattino. Il suo bersaglio preferito è il cane una volta che ha punto trasferisce il parassita nel sangue del cane che se trova un sistema immunitario pronto non presenta i sintomi pur essendo infetto. Se trova un sistema immunitario debole, questo non ci è dato di sapere come per il Covid, il cane si ammala. La malattia si diffonde dal midollo a tutti gli organi portando anemia zoppia, cecità, segni cutanei, insufficienza renale e morte.
Iniziando il periodo infestante ed essendo anche io stata toccata da vicino da questa faccenda ho sentito il dovere di scrivere per dirvi di parlare coi veterinari per prevenire, prevenire, prevenire.
Come? usando spray repellenti (neem, cocco. etc) non sostare troppo col cane nelle serate estive al lungomare bar, etc, in movimento la zanzara non punge, usando collari insetticidi vaccinando l’animale a marzo e usando prodotti a base di funghi medicali in particolare il lentidus edosus (si trova anche come prodotto veterinario in commercio) di cui purtroppo da poco ho conosciuto l’ importanza per rinforzare le difese del cane. La salute dei nostri animali è pure la nostra. Covid docet.
dott.ssa Benedetta D’Amato