Emozione e partecipazione ieri a Scala per la celebrazione del 75esimo anniversario dello schianto dell’aereo svedese sul Monte Carro, in cui il 18 novembre 1947 persero la vita 21 giovani ufficiali.

Scala non ha mai dimenticato quella dolorosa pagina di storia, legandosi indissolubilmente al popolo svedese. Il programma della cerimonia, che ha visto coinvolte le scolaresche, è stato modificato a causa delle inclementi condizioni meteorologiche.

In mattinata la commemorazione presso il giardino della memoria presso cui è collocato il cippo dai colori di Svezia con i nomi dei 26 caduti, alla presenza del sindaco Luigi Mansi, dell’Ufficiale della Marina Svedese, il Capitano di Vascello Bengt Lundgren e dell’Assistente Speciale dell’Ambasciata di Svezia in Italia, Liselott Schweitz Felici e il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Amalfi, Capitano Umberto D’Angelantonio. Presente anche la rappresentanza della Capitaneria di Porto di Amalfi.
Deposte due corone d’alloro: una con il tricolore da parte dei Carabinieri in alta uniforme, l’altra di parte svedese.

Nel Duomo di San Lorenzo l’incontro con i piccoli alunni, omaggiati di bandierine svedesi a suggello del patto di amicizia con Scala, ai quali è stata illustrata la storia di quella tragica sera in cui l’aereo si schiantò sulla montagna e del coraggio dei pastori di Scala nel prestare i soccorsi agli aquilotti del Nord.

A bordo del Bristol Freighter, di fabbricazione inglese, c’erano ventuno giovani ufficiali scandinavi oltre a quattro componenti dell’equipaggio che stavano rientrando in patria dopo aver consegnato ad Addis Abeba sedici cacciabombardieri Saab B-17 acquistati dal governo etiope in Svezia. Dopo aver fatto scalo a Catania per rifornirsi di carburante, era decollato alle 14:28 per l’aeroporto di Ciampino. Ma durante il volo ebbe un guasto al motore. Sulla costa tirrenica imperversava il maltempo.

Erano da poco passate le quattro del pomeriggio quando l’aereo sorvolò Amalfi a bassissima quota, con un rombo sinistro. L’apparecchio, che veniva dal mare, doveva essere alla ricerca di un atterraggio di fortuna. Calava la sera, dal mare avanzavano nuvole nere. Nel cielo saettavano lampi a cui seguiva il fragore e il terrore dei tuoni. Lo schianto condizionato anche dalla fitta nebbia.

Albino Ferrigno di 89 anni, ultimo testimone vivente con Ferdinando Bottone, ha raccontato ai ragazzi ciò che vide quella notte a soli 14 anni. «Il boato scosse tutti e con mio fratello salimmo sulla montagna. Avevo solo 14 anni e vidi l’inferno tra quelle lamiere ancora fumanti: corpi mutilati e un ufficiale a terra che chiedeva che gli asciugassi il volto insanguinato. Poco dopo morì. Si salvarono soltanto in cinque (uno di questi morì pochi giorni dopo ndr)».

Si sono susseguiti gli interventi del Sindaco di Scala, del Capitano di Vascello Bengt Lundgre e del capitano D’Angelantonio in rappresentanza delle forze Armate italiane a celebrare l’evento luttuoso ma anche lo straordinario coraggio e l’assistenzialismo dei cittadini di Scala che resterà per sempre nella memoria di questi luoghi e della nazione scandinava mostratasi, a distanza di tanti anni, ancora riconoscente.

Il primo cittadino Luigi Mansi: «Scala non dimentica. Ogni anno l’amministrazione comunale si ritrova qui per ricordare lo sfortunato destino dei giovani ufficiali che accomuna due culture distanti in un sodalizio che dura da 75 anni e che, sono sicuro, non andrà dimenticato.
E’ fondamentale, soprattutto nella società moderna ed in questo periodo di tensioni e guerre, coltivare il seme della pace e dell’aiuto reciproco, perché non esistono colori e bandiere, soprattutto nei momenti di difficoltà se soltanto si prendesse esempio dagli eventi storici che ci hanno preceduto, il nostro mondo sarebbe diverso.
Ringrazio le istituzioni svedesi per l’amicizia, l’affetto e il rispetto che riservano per la nostra comunità: è un orgoglio, nonostante si commemori una dolorosa sciagura, sapere che Scala viene ricordata per un gesto che ha tutto il carico delle nostre radici e della nostra cultura, quella dell’ospitalità dell’accoglienza e della profonda umanità».

Il Capitano di Vascello Bengt Lundgren: «L’aeronautica svedese non dimenticherà mai il sostegno e la gentilezza che gli abitanti di Scala ci hanno mostrato dal giorno tragico dell’incidente aereo avvenuto qui il 18 novembre 1947. Siete una parte importante della nostra storia.
Nel mondo di oggi è ancora più importante che tutte le forze positive si uniscano.
Le aeronautiche italiane e svedesi hanno una lunga tradizione di stretta collaborazione. In ogni occasione quando l’aviazione svedese visita l’Italia siamo accolti con grande ospitalità.
Prima di tutto e ancora una volta a nome dell’Aeronautica Militare svedese voglio esprimere la nostra sincera gratitudine per gli sforzi compiuti dai cittadini di Scala. Con grande rischio per la loro incolumità è stata condotta una coraggiosa operazione di salvataggio. Grazie!
È anche importante per noi ricordare gli equipaggi aerei, la tragica perdita della loro vita e ricordare le loro famiglie.
Erano alcuni dei migliori piloti dell’aeronautica militare svedese con grandi aspettative per il futuro. Saranno sempre ricordati e faranno sempre parte della storia della nostra Aeronautica.
I loro nomi sono incisi nel muro della Sala della Memoria dell’Aeronautica nel quartier generale delle forze armate a Stoccolma, come qui sui monumenti a Scala e Monte Carro. Non sarete mai dimenticati!».

Foto: Giassi