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Spettacoli pirotecnici, il fumo prodotto è ricco di sostanze altamente tossiche

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di ANTONELLO BARTIROMO*

Siamo in piena estate in Costiera Amalfitana e sono numerosi le date e i luoghi in cui assisteremo -e abbiamo già assistito- sia ai “tradizionali” ingorghi stradali, sia agli spettacoli pirotecnici che fanno tanto bene al cuore ma non alla nostra salute. I fuochi d’artificio sono innegabilmente affascinanti, ammantano il territorio di bagliori multicromatici che danno all’osservatore l’impressione di sentirsi in una favola a lieto fine. Se poi il contesto territoriale in cui li osserviamo è appunto la Costiera Amalfitana allora tutto assume un’aura onirica.

Secondo il Moffitt Institute, importante centro di ricerca per lo studio e la cura del cancro con sede in Florida, i fuochi d’artificio sono combustibili fatti da polvere da sparo, acceleranti, metalli pesanti e, a seguito della deflagrazione, producono numerosi contaminanti come ozono, anidride carbonica, monossido di azoto e anidride solforosa. Secondo Fu e colleghi, che hanno pubblicato una ricerca nel 2021 sulla rivista Air Quality, Atmosphere & Health, il “fumo” prodotto dai fuochi d’artificio è ricco di sostanze che sono altamente tossiche e possono facilmente causare rischi per la salute e l’ambiente. La caduta al suolo (il cosiddetto fallout) delle sostanze di cui i fuochi d’artificio sono composti, o che si formano dalla loro esplosione, possono anche potenzialmente contaminare le acque sotterranee.

Quando i proiettili vengono scaraventati in alto, da un punto di vista macroscopico, si assiste a colori e rumori. Questi ultimi disorientano e allontanano la fauna endemica e impauriscono gli animali domestici, spesso terrorizzati dai boati prodotti dal nostro delirio di onnipotenza. Le detonazioni possono anche arrecare danni a coloro che li maneggiano o ai monumenti. I colori, invece, derivano da una reazione chimica, detta di combustione, che comporta l’ossidazione di un combustibile (materiale in grado di combinarsi con l’ossigeno) da parte di un comburente (generalmente rappresentato dall’ossigeno presente nell’aria), con sviluppo di calore o luce. I colori che vediamo in cielo dipendono da differenti elementi chimici: per esempio il rosso dallo stronzio, il giallo dal sodio, il verde dal bario, il blu dal rame, il viola da un miscuglio di stronzio e rame, grigio e bianco da titanio, zirconio e magnesio. Altri elementi quali carbonio, zolfo, alluminio e manganese vengono aggiunti come stabilizzanti e ossidanti. Per realizzare i fuochi d’artificio vengono utilizzati anche metalli pesanti ed altamente tossici quali piombo, cromo, antimonio. Il loro utilizzo è stato vietato in America ed Inghilterra. Comunque, possono essere utilizzati anche altri elementi chimici. Secondo un recente articolo (2024) pubblicato da Angela Haupt sulla rivista Time, nel 2022, negli U.S.A., il 43% dei fuochi d’artificio testati conteneva componenti illegali.

I fuochi d’artificio incrementano il particolato atmosferico determinando lo stesso tipo di inquinamento causato dagli incendi boschivi e hanno, altresì, un effetto dannoso sulla qualità dell’aria e possono avere effetti negativi sulla salute umana sul lungo periodo. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, per particolato s’intende l’insieme di sostanze solide e gocce liquide. Il particolato assume diverse dimensioni: il pm10 è un particolato di diametro inferiore a 10 micrometri (1 micrometro = millesima parte del mm). Il pm2,5 (o particelle fini) è un particolato di diametro inferiore a 2,5 micrometri. Quello con dimensioni inferiori a 10 micrometri è in grado di entrare nei nostri polmoni e causare gravi problemi di salute.

Secondo uno studio pubblicato nel 2015 da Seidel e Birnbaum sulla rivista Atmospheric Environment, in cui è stata analizzata la qualità dell’aria in 315 località degli Stati Uniti dopo il 4 luglio, il Giorno dell’Indipendenza, è stato rilevato che il pm2,5 aumenta dal 42% al 370% durante gli spettacoli pirotecnici. Come sostengono Shi e colleghi (2011) sulla rivista Atmospheric Environment, un’altra sostanza spesso usata per la realizzazione dei fuochi d’artificio è il perclorato, un contaminante inorganico che persiste nell’ambiente e che, secondo l’Ufficio Federale della Sicurezza Alimentare e di Veterinaria della Confederazione Svizzera, è un interferente endocrino che inibisce la produzione di ormoni tiroidei, la sua presenza nelle acque sotterranee può rappresentare un problema a livello sanitario e ambientale. Sono tantissime le ricerche condotte in tutte il mondo che dimostrano sperimentalmente come i livelli di sostanze potenzialmente tossiche nei suoli aumentano considerevolmente dopo uno spettacolo pirotecnico. È paradossale che, per puri scopi ludici, debbano essere contaminati con sostanze potenzialmente tossiche i suoli agricoli che, con tanta dedizione e pazienza, vengono coltivati da numerosi abitanti in Costiera Amalfitana. L’economia di questa terra dovrebbe trarre linfa vitale innanzitutto dall’agricoltura mentre, invece, si assiste al progressivo abbandono dei suoli agricoli e al loro potenziale inquinamento.

Il lato amalfitano della Penisola Sorrentina è un’area di limitata estensione ma pregna di una cultura millenaria riconosciuta in tutto il mondo. La preservazione del paesaggio e delle componenti ambientali dovrebbero essere la prerogativa di tutte le agende politiche. Sono numerosi gli Stati in tutto il mondo che stanno emanando stringenti regolamentazioni sull’utilizzo dei fuochi d’artificio e, se abbiamo a cuore la salute dei nostri cari, forse sarebbe il caso di aderire a tali dettami. I fuochi d’artificio dovrebbero essere banditi o, almeno, bisognerebbe limitarne drasticamente l’uso. Qualcuno potrebbe eccepire sostenendo che lo Stato ne approva utilizzo e relativa vendita. Lo stato approva anche la vendita delle sigarette in regime di monopolio pur sapendo che può causare gravi danni alla salute.

Sui due piatti della bilancia in relazione ai fuochi d’artificio abbiamo a) la continuazione delle tradizioni culturali ed il divertimento e b) gli effetti potenzialmente avversi per l’ambiente e la salute umana. Al momento la scelta è palese.

Se gli esercizi commerciali hanno bisogno degli spettacoli pirotecnici per incrementare il proprio fatturato allora è arrivato il momento di ripensare le fondamenta della microeconomia che regolano i flussi turistici da Vietri sul Mare a Positano.

Non abbiamo bisogno di trovare la policromia nei fuochi d’artificio perché è già parte imprescindibile del patrimonio della Costiera Amalfitana. Essa è insita nelle ceramiche di Vietri sul Mare, nella facciata del Duomo di Amalfi, nella varietà di colori delle tessere che costituiscono gli amboni del Duomo di Ravello e nelle case di Positano che, come un tappeto persiano, rivestono le grigiastre rocce calcaree e dolomitiche. L’azzurro del mare e del cielo che fanno da sfondo a tali bellezze, nonché il verde che ammanta le nostre montagne e colline, non sono sufficienti a farci sentire in un sogno?

Nella foto allegata all’articolo si osserva la nube -formatasi a seguito della deflagrazione dei fuochi d’artificio ravellesi in onore di San Pantaleone il 27 luglio 2024 alle ore 22:23 – che, trasportata dai venti, si sposta verso la zona del Lacco.

*docente scuola secondaria di primo grado Ravello

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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