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Stai attenta Ravello, così rischi di imbarbarirti

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di EMILIANO AMATO

Nella vita ognuno sceglie cosa essere, dove vivere, in cosa credere. Ma anche di potersi unire all’esercito dei “nessuno” o ai moderni leoncini da tastiera, con commenti in libertà sui social, in base al proprio stato d’animo o convenienze.

L’informazione, quella svolta per spirito di servizio e al fine di incentivare la riflessione libera fornendo il maggior numero di informazioni disponibili, cerca di riportare i fatti così come avvenuti, mettendoci la faccia, con nome e cognome.

Riferiamo sulle cronache di ieri sera a Ravello.

Attenzione: articolo lungo.

Istruzioni per l’uso: per evitare spiacevoli equivoci e per arrivare a tutti in maniera chiara, stravolgo il mio stile di scrittura prendendo a prestito elementi di burocratese.

Partiamo.

Tenuto conto:

che Ravello è una località ricca di storia, cultura, ambita da turisti di tutto il mondo capace di offrire servizi alberghieri di lusso;

che la sua eleganza, la sua bellezza e raffinatezza, il silenzio, sono le sue peculiarità inimitabili;

che nell’ultimo quarto di secolo è cresciuta in maniera esponenziale potenziando i suoi servizi connessi al turismo (conta 2500 abitanti e 3000 posti letto censiti per l’ospitalità, dal B&B agli hotel a 5 stelle);

che convivono diverse anime e che il benessere diffuso non sempre è sinonimo di qualità;

che i servizi pubblici non vanno di pari passo quelli privati, perché l’organizzazione del Comune di Ravello rientra pur sempre in quella di un comune, piccolo comune italiano;

che ancora non vi è a Ravello un piano definito o univoco di gestione dei flussi turistici o delle attività (per attività mi riferisco a quelle private ma anche ai momenti pubblici, come gli eventi culturali);

tutto quanto premesso, ieri sera (e veniamo ai fatti) in poche ore si sono verificate una serie di circostanze che hanno svelato incredibili falle nel sistema Ravello, facendo suonare un campanello d’allarme.

LA CRONACA

Com’è noto ieri sera si è inaugurata la 72esima edizione del Festival di Ravello, una delle manifestazioni più prestigiose d’Italia legate alla musica sinfonica, alla cultura (e a tutti i riferimenti di eleganza e stile di cui sopra). Un’edizione d’emergenza, messa in piedi per il rotto ella cuffia per i noti problemi legati ai fondi di coesione.

Persone ben vestite, politici, amministratori (molti ex), aficionados del palco di Villa Rufolo sono tornati per la “prima”.

In piazza, nell’area tavolini di un bar, non passava inosservato l’allestimento per un party. Dal perimetro via le sedie, solo i tavoli, ben allestiti, pare per un banchetto matrimoniale. Il cliente va sempre accontentato, si direbbe. Era quello l’attrattore della serata. Inciso: l’evento sarà stato prenotato con largo anticipo, quando nemmeno si immaginava la concomitanza con l’inaugurazione del Festival, stabilita con ritardo.

I cancelli della torre d’ingresso di Villa Rufolo si sono chiusi alle 20,00 e poco dopo in piazza ha fatto ingresso un gruppo folk chiamato per l’occasione a far risuonare la tradizionale tarantella, mentre a Villa Rufolo l’orchestra del San Carlo cominciava col repertorio wagneriano. Sottolineiamo che sulle tribune dei giardini non si sono avvertiti suoni provenienti dalla piazza. Gli sposi e gli invitati arrivano, il buffet è pronto, si comincia a mangiare e a bere. Evidenziamo: tutto molto ben organizzato, con servizio impeccabile. Peccato per la musica alta, tanto che si è reso necessario l’arrivo dei Carabinieri che hanno richiesto di abbassare il volume. E i vigili? Non ce n’erano in servizio in piazza, visto che erano impegnati in due processioni contemporanee della Madonna delle Grazie, a San Pietro alla Costa e a Castiglione. Il concerto a Villa Rufolo termina e da San Pietro comincia lo spettacolo pirotecnico – così come concordato con la Fondazione – che però accompagna il bis.

All’uscita dal “magico giardino di Klingsor” si arriva in una piazza caotica e senza regole. Sono ancora in corso i festeggiamenti – sobri, ora sì – di cui prima, ma vi sono anche gruppi di stranieri già ubriachi (sono appena le 22,30) in un altro bar della piazza che cantano a squarciagola Zombie dei Cranberries, mentre un gruppo di bambini (alle 22,30) gioca col pallone a tutta piazza incuranti delle persone uscite dalla Villa Rufolo e dei fiori nelle aiuole della piazza, prese a pallonate (non è certo colpa dei bambini che vogliono giocare alle 22,30!). Quando eravamo bambini noi, d’estate i vigili Gaetano e Alfonso presidiavano la piazza – che da poco era divenuta pedonale, un salotto che tutti ci invidiavano – fino a mezzanotte passata. E non era certo consentito giocare a pallone per una questione di decoro e di garbo.

Ieri sera dei vigili (alle 22,30) in piazza nemmeno l’ombra. C’erano però il sindaco e il vicesindaco che, con occhio attento, prendevano atto, con rammarico, di quanto stava accadendo e quali fossero le proprie responsabilità, soprattutto come agire. Senza trascurare i rischi notturni provocati da ubriaconi reduci da matrimoni che si denudano in pubblica piazza, oppure i soliti cafoni che continuano a transitare con monopattini e biciclette per la piazza e per le vie del centro storico facendo slalom tra i turisti. Forse la situazione sta sfuggendo di mano: ma ciò che più fa riflettere è che si sta perdendo il vero spirito di Ravello, uno stile di raffinatezza, eleganza, educazione, cultura, in nome del “qui tutto si può fare” e del profitto.

Ravello rischia seriamente di imbastardirsi ed è quanto mai necessaria una riflessione e un confronto tra le autorità e gli addetti ai lavori che non possono trasformare Ravello in una Disneyland.

E’ questo un quadro davvero sconcertante (almeno per chi scrive, non per quelli dei monopattini di cui sopra).

Per questo al Sindaco si chiede d’intervenire con pugno duro, come già fatto in altre due circostanze, immaginando regole stringenti (da far rispettare naturalmente) a difesa del buon nome di Ravello e della sua dignità. C’è confusione, c’è bisogno di rimettere ordine, di un presidio fisso in piazza, sia da parte dei “nostri” agenti della Municipale, che del ripristino della vigilanza notturna.

In realtà siamo (o dovremmo essere) noi cittadini i primi difensori del nostro paese. Possiamo continuare a scegliere cosa essere e da che parte stare. Senza far finta di nulla, però, e senza girare la faccia.

Leggi anche:

Bagordi notturni a Ravello, turista ubriaco si denuda in piazza

“Lo Spirito di Ravello”, la preziosa eredità di Domenico De Masi

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