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Trent’anni di vita sacerdotale al servizio di Dio e della Chiesa: auguri a Padre Enzo Fortunato

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di EMILIANO AMATO

Trent’anni di sacerdozio, al servizio di Dio e della Chiesa. Li festeggia oggi Padre Enzo Fortunato, responsabile della comunicazione presso la Basilica di San Pietro e coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini. Un anniversario importante che Padre Enzo celebrerà con sobrietà e nella preghiera. Questa mattina in Vaticano presiederà una Santa Messa sulla tomba di San Pietro. Contemporaneamente alle sue numerose attività già programmate in vista dell’appuntamento giubilare del 2025 che lo vedrà impegnato nell’ambito comunicativo in cui è un fuoriclasse.

Nato a Northampton (Regno Unito) il 24 novembre del 1966 da una famiglia originaria di Scala e Ravello, prima di diventare religioso, il giovane Enzo Fortunato ha lavorato come cameriere presso il ristorante del padre, Franco, e per lui i genitori avevano pensato a un futuro nella ristorazione. Ma, dopo la chiamata del Signore, ha deciso di consacrare la sua vita a Lui. Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 2 luglio 1994 nel Duomo di Scala, che lo vide muovere i primi passi verso Cristo e la Chiesa, sull”esempio di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. La sua una vocazione già forte in tenera età, ai tempi in cui assisteva Don Giuseppe Imperato junior nel periodo scalese.

Poi il seminario con gli studi teologici a Roma e conclusi brillantemente nella sua ‘Itaca’: Assisi. Dopo il primo incontro con Francesco, avvenuto nella metà degli anni Ottanta, frate Enzo è rimasto nella Città Serafica dal noviziato per ben 35 anni. Uomo di pace, ha sempre creduto nel dialogo: da giovanissimo, nel 1986, ha partecipato al primo grande incontro interreligioso di Assisi promosso da Papa Giovanni Paolo II, a cui hanno aderito diversi capi religiosi per pregare per la pace. «Avevo solo vent’anni e sapendo della mia esperienza da cameriere, i frati mi assegnarono al servizio presso il refettorio. Cominciarono a tremarmi le gambe quando mi comunicarono che avrei dovuto servire proprio il Papa. Fu un’esperienza indimenticabile, servii un Santo» piace ricordare a Padre Enzo.

Giornalista, sin dai primi passi nel mondo francescano sotto l’egida di Padre Gianfranco Grieco, storica firma dell’Osservatore Romano, legato a Ravello, ha mostrato le doti del comunicatore di razza che lo hanno portato a ricoprire il ruolo direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e del mensile San Francesco Patrono d’Italia. Da 29mila copie mensili, la rivista arrivò a una tiratura di 100mila, tradotto in 5 lingue. A lui si deve la straordinaria vivacità culturale di cui il Sacro Convento è stato protagonista nel terzo millennio.

Il sito web www.sanfrancesco.org, la rivista, i grandi eventi (trasmissione Rai “Con Il Cuore”, grande concerto di Natale, visite e incontri ufficiali di Pontefici e Capi di Stato, momenti culturali aperti al dialogo come il “Cortile di Francesco”) hanno richiesto grandi professionalità da egli stesso è stato capace di individuare e formate, nell’allestimento di un gruppo di lavoro consolidato. Un grande esempio virtuoso e di competenze. Il 26 settembre del 1997 è scampato miracolosamente alla morte durante il crollo del soffitto della Basilica del Sacro Convento.

C’era anche lui al momento della seconda scossa con le quattro vittime, due frati e due tecnici della soprintendenza venuti a verificare i danni provocati dalla prima scossa notturna. Una grossa nuvola di polvere invase la basilica. «Non c’era via d’uscita. Mi rivolsi al Custode, padre Giulio Berrettoni, che era vicino a me prima del boato. Gli dissi, terrorizzato, “dammi l’assoluzione”. Ero sicuro che non ce l’avremmo fatta» ha più volte raccontato Padre Enzo ricordando quello che forse è stato il momento più difficile della sua vita. «Padre Giulio non mi diede dunque l’assoluzione – ha raccontato – e mi prese per un braccio, trascinandomi a fianco dell’altare. In quel momento si aprì la porticina posteriore che portava, attraverso una rampa di scale, al chiostro di Sisto IV. Scendemmo e ci ritrovammo fuori con il Custode, con padre Nicola Giandomenico e altri. Mancava qualcuno tra i frati. Io ero allora padre spirituale dei postulanti – i giovani che si avviano a diventare religiosi – e quella mattina, alle 8, ne avevo confessato uno, Zdzislaw Borowiec. Prima della confessione gli avevo chiesto: “Hai paura di queste scosse?”. “No”, mi aveva risposto, “l’avevo già previsto”. Ma Zdzislaw non c’era, così come non c’erano padre Angelo Api e i due tecnici della Soprintendenza, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella: tutti e quattro morti nel crollo. Toccò a me andare all’obitorio a riconoscere Zdzislaw e padre Angelo. Con il dolore dentro cominciammo a pensare alla ricostruzione della Basilica».

Nel suo cammino determinante, nel 2013, la nomina di Papa Francesco, il primo pontefice indissolubilmente legato alla figura del poverello di Assisi: lo testimonia la scelta di prendere il suo nome, la prima volta nella storia della Chiesa e l’esigenza di un ritorno alle “origini” per spogliarsi di tutto ciò che è superfluo. Un insegnamento che è alla base della “riforma” di Bergoglio di cui Padre Enzo è stato chiamato ad essere uno dei suoi più stretti collaboratori.

Padre spirituale dei giovani postulanti dal 1995 al 2004, Padre Enzo è stato professore presso la Pontificia Università Antonianum, l’Istituto Teologico di Assisi e la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura. Ha ideato la collana Orientamenti formativi francescani edita dal Messaggero. Ha collaborato con l’Osservatore Romano e scrive per Corriere della Sera, Sole 24 ore e Huffington Post. Tra le sue pubblicazioni di successo per Mondadori: Vado da Francesco (2014), Francesco il ribelle (2018) e La tunica e la tonaca (2020). Nel 2012 con il volume Siate amabili, prefazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, riceve il premio internazionale del giornalismo Biagio Agnes. Nel 2021, per Edizioni San Paolo, ha pubblicato E se tornasse Gesù? a cui è seguito Buongiorno Brava Gente (2021) e Processo a Francesco (2023). In questo testo il frate mette a confronto la vita dell’attuale Pontefice con quella di San Francesco: entrambi, come Gesù, non giudicano mai l’altro ma sono continuamente sotto giudizio. L’ultimo, in ordine di tempo, “L’enciclica dei bambini”, scritto a quattro mani con Aldo Cagnoli, con prefazione di Papa Francesco. E’ stato proprio il Pontefice a nominarlo lo scorso gennaio, direttore della Comunicazione della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano oltre che coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini che si è svolta con successo il 24 e 25 maggio a Roma. Con Begoglio un rapporto di totale sinergia e affetto reciproci.

È voce di Rai Radio1 col programma “In viaggio con Francesco”. Commenta su Rai1 la rubrica settimanale Tg1 Dialogo con Piero Damosso. E’ inoltre protagonista, almeno in tre momenti annuali, del programma di Rai3 “In Cammino nei luoghi del Natale”. Ogni sera è riferimento irrinunciabile per la sua community social della Brava Gente con circa 250mila followers di facebook.

Nei suoi messaggi penetranti, efficaci perchè semplici e diretti a tutti, esorta sempre e comunque ad andare avanti, specie nelle avversità della vita, operando il bene e seguendo l’unica bussola infallibile: il Vangelo.

La sua tonaca lo ha accompagnato in numerose missioni per l’attuazione di progetti umanitari in paesi come Brasile, Cina, Colombia, Cuba, Egitto, Giordania, India, Iraq, Kenya, Messico, Norvegia, Palestina, Perù, Russia, Stati Uniti America, Sri Lanka e Tibet.

Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino ha promosso ben tre spedizioni umanitarie in Ucraina, la prima nella Pasqua del 2022 a Leopoli, l’ultima nel marzo 2023 tra Leopoli e Kiev, portando aiuti umanitari e sollievo alle popolazioni, specialmente ai bambini.

Padre Enzo è stato promotore, organizzatore e animatore, lo scorso 6 novembre, dell’evento “Il Papa incontra i bambini” che ha portato in Vaticano, da Papa Francesco, settemila bambini italiani e del mondo, prologo alla Giornata Mondiale dei Bambini che lo scorso maggio tra lo Stadio Olimpico e Piazza San Pietro ha visto la partecipazione di circa 100mila persone in due giorni.

Il suo impegno quotidiano per la Chiesa, le missioni francescane nel mondo e la divulgazione del messaggio sempre attuale di San Francesco, la sua vicinanza a Papa Francesco e la sua presenza oggi in Vaticano, l’amore per i bambini, rappresentano la missione di Padre Enzo Fortunato, figlio di Scala e della Diocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni che oggi gioiscono per gli importanti traguardi raggiunti in trent’anni di straordinario servizio.

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