Dici Ravello e pensi immediatamente alla bellezza, alla pace, al relax, il luogo in cui tutto è possibile. E sei consapevole che c’è chi farebbe di tutto per godersi anche un solo giorno qui, non per forza di ferie, ma senza farsi mancare nulla. Un po’ come ha fatto stamani l’autista di un autobus turistico che in attesa del ritorno del gruppo di passeggeri in escursione tra ville e monumenti ha pensato bene di mettersi comodo.
Dopo aver parcheggiato sulla piazzola di sosta (gratuita), all’ingresso del centro abitato dalla provinciale 1, ha piazzato una sedia sdraio e spogliatosi di pantalone e camicia d’ordinanza, in costume da bagno e infradito si è rilassato come se fosse in spiaggia o sul terrazzo di casa. Gli è bastato chiudere gli occhi per ammazzare l’attesa nel suo posto al sole, approfittandone per la prima tintarella.
La scena, non certo di buon costume, ha inevitabilmente catturato l’attenzione dei passanti. O tempora o mores avrebbero detto i latini. Ravello da luogo dell’anima diventa luogo del corpo per questo improbabile cultore di D’Annunzio che forse aspira alla fusione panica con la natura. Forse il cartello con il caldo benvenuto deve averlo invitato a mettersi a proprio agio. Il resto lo ha fatto la fantasia.