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Un ponte ideale tra Costa d’Amalfi e California: la “traccia” di Flea, il bassista dei Red Hot Chili Peppers

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di EMILIANO AMATO

Una firma originale, un disegno che esprime meraviglia e un messaggio universale di pace e dialogo: è questo il segno lasciato da Flea, leggendario bassista dei Red Hot Chili Peppers, sul guest book del ristorante “Marina Grande” di Amalfi, uno dei templi gastronomici della Costiera Amalfitana e ritrovo prediletto di star e celebrità.

A “scovarlo” è stato Gianpaolo Esposito, patron del celebre ristorante sul mare, che lo scorso 2 giugno ha accolto con discrezione il celebre musicista australiano naturalizzato americano, in vacanza nella Divina. Flea – all’anagrafe Michael Peter Balzary – si è lasciato sedurre dai sapori autentici della cucina di mare firmata “Marina Grande”, regalando ai presenti un momento di incontro inatteso e speciale.

RHCP, un pezzo di storia della musica

Nati a Los Angeles nei primi anni ’80, i Red Hot Chili Peppers hanno segnato un’epoca, mescolando rock, funk, punk e psichedelia. Il loro sound, energico e viscerale, è diventato un punto di riferimento generazionale, soprattutto con album come “Californication” (1999), che ha proiettato la band nell’Olimpo del pop-rock mondiale con brani come “Scar Tissue”, “Otherside” e la title track.

Flea, fondatore insieme al cantante Anthony Kiedis, è da sempre il cuore pulsante della band: il suo basso è riconoscibile, potente, ritmico e spesso protagonista grazie alla tecnica dello slap, soprattutto nei primi lavori. Nel 2003, Rolling Stone lo ha inserito al secondo posto tra i migliori bassisti di tutti i tempi, riconoscendo il suo ruolo di innovatore nella scena rock mondiale.

Red Hot e Costiera: una storia che continua

Non è la prima volta che un membro della celebre band californiana viene avvistato tra le bellezze della Costiera. John Frusciante, chitarrista simbolo del gruppo, fu visto ad Amalfi già nel 2006, grazie all’amicizia con l’attore Woody Harrelson, grande amante dell’Italia. Anche il batterista Chad Smith ha fatto tappa nella Divina. All’appello, ormai, manca solo il frontman Anthony Kiedis.

Sul libro degli ospiti, realizzato rigorosamente in carta a mano d’Amalfi, il 62enne musicista ha voluto lasciare un’ironica impronta, non solo grafica, ma anche concettuale: un disegno ispirato all’esperienza gastronomica “unica” con tanto di esclamazione stupita e un pensiero, “Build a bridge”, che richiama la costruzione di ponti tra culture, persone e sensibilità. Lui che non è certo rimasto a dannarsi “Under the Bridge”, tra i brani più amati del repertorio dei Red Hot Chili Peppers. Da Blood Sugar Sex Magik, album iconico del 1991, ne è passata di acqua sotto i ponti.

E se il ponte evocato nel guest book è quello tra i popoli e le culture, Amalfi – con la sua storia millenaria e il suo fascino eterno – continua ad essere una tappa ideale per costruirli, sotto il sole della bellezza e della musica.

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