asd
11.5 C
Amalfi

Una forza potente che abbatte barriere e confini e unisce persone: la magia del Calcio

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

di NOVELLA NICODEMI

Le Notti magiche inseguendo un goal sembrano lontane. Eppure, nonostante le delusioni e le aspettative in frantumi per il risultato negativo di una partita o di un campionato, quella per il calcio rimane la passione dominante degli Italiani.

Sia che si tratti del team locale come il Costa d’Amalfi che va in serie D sia che si tratti della Nazionale alle prese con giganti europei, seguire le sorti della propria squadra significa canalizzare tutte le energie per una forte passione, che ti fa sentire parte di qualcosa di importante, parte attiva di una collettività che vive con te per un ideale. L’amarezza e l’esultanza sono emozioni che si condividono: si soffre e si gioisce insieme e tutto è amplificato. Prerogativa di tutti gli sport di squadra, la lotta per il raggiungimento di un obbiettivo e il sostegno ai giocatori che combattono in prima persona sono il collante che unisce le persone.

Nelson  Mandela diceva che “lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ispirare, di unire le persone in una maniera che pochi di noi possono fare. Parla ai giovani in un linguaggio che loro capiscono. Lo sport ha il potere di creare speranza dove c’è disperazione. È più potente dei governi nel rompere le barriere razziali, è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni”.

Confini geografici e barriere sociali svaniscono grazie allo sport. In particolare il calcio è un fenomeno globale che accomuna persone di tutto il mondo, al di là delle diversità linguistiche o culturali.  La dedizione di un tifoso per la sua squadra del cuore o di un cittadino per la squadra che rappresenta la sua nazione in una competizione internazionale sono così totalizzanti da suscitare emozioni uniche e indimenticabili. Viene fuori l’orgoglio, il senso di appartenenza alla comunità. Già dalle partitelle tra amici che ragazzi di ogni età organizzano con qualsiasi risorsa abbiano a disposizione, è evidente che questo sport contribuisca a formare e mantenere la coesione sociale, che dia un imprinting positivo in quanto a rispetto delle regole, fair play, lavoro di squadra, senso di responsabilità, favorendo la crescita sana dei ragazzi, distogliendoli dall’isolamento dei social nonché da dipendenze di varia natura.

Anche assistere da casa a partite in cui si catalizzano tutte le aspettative di un popolo crea un profondo senso di condivisione, porta famiglie e amici ad unirsi commentando, esultando o imprecando non importa. Regala momenti di aggregazione reali o virtuali che fanno bene al cuore, rafforzando legami affettivi e sociali.

Svariati momenti o episodi rimasti nella storia mostrano quanto sia potente la magia del calcio.

Nel corso del Natale del 1914 migliaia di soldati britannici e tedeschi, nel corso di tregue spontanee lungo i rispettivi fronti, oltre a scambiarsi regali e foto, organizzarono improvvisate partite di calcio: un esempio di fraternizzazione tra nemici.

Nel mese di aprile del 1942 in piena Seconda Guerra Mondiale, l’Italia, campione del mondo nel ’34 e nel ’38, in due amichevoli scese in campo contro la Croazia e la Spagna, riportando in entrambi i casi una galvanizzante vittoria di 4-0, a dimostrazione che lo sport italiano durante la guerra non aveva subito battute d’arresto.

In Ucraina, nella capitale Kyiv, occupata dai Tedeschi dal 1941, Iosif Ivanovič Kordik, direttore del panificio industriale della città, propose a Nikolaj Trusevič, prima della guerra portiere titolare della Dynamo Kyiv,  di organizzare una squadra con i giocatori rimasti in città. Fu organizzato un torneo di calcio tra Ucraini della Start FCe Tedeschi invasori, che vennero sconfitti nella finalissima del 6 agosto 1942. Nella rivincita, tre giorni dopo, voluta dai nazisti che si erano sentiti umiliati, prima del fischio d’inizio, gli Ucraini gridarono “Fitzcult Hurà” (“Viva la cultura per lo sport“) e non “Heil Hitler”. I Tedeschi persero di nuovo. I giocatori, che avevano osato sfidarli e batterli, portati nei campi di concentramento. Ma la cultura dello sport è sopravvissuta alla guerra. E ha vinto.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

Laura Pausini, 13 novembre live al PalaSele di Eboli

Dopo il doppio sold out dello scorso dicembre Laura Pausini torna al PalaSele di Eboli, unica tappa in...

Minori, attivato lo sportello gratuito di patronato

Attivato a Minori un nuovo servizio di patronato gratuito dedicato a offrire consulenza e supporto ai cittadini su...

Da Amalfi “No a droga e alcol”: invito a giovani credibili, liberi e responsabili della propria ed altrui esistenza

Si è svolto lo scorso venerdì, 8 novembre, ad Amalfi, presso il Salone Morelli di Palazzo San Benedetto...

Residenze ‘d’artista’ in Costiera Amalfitana, la ricerca sul mare di Adelaide Cioni e le visioni rurali di Luca Marcelli Pitzalis

Marea Art Project, programma di residenze artistiche nato nel 2021 in Costiera amalfitana in dialogo con Stefano Collicelli...