Oggi è venerdì 17 novembre. Per i superstiziosi questa combinazione rappresenta il giorno più sfortunato dell’anno. Quindi occhi bene aperti perché ogni piccolo dettaglio potrebbe essere presagio di sventura: gatti neri che attraversano la strada, pane capovolto a tavola, rovesciare il sale, rompere uno specchio, passare sotto una scala, sedersi in 13 a tavola e perfino aprire l’ombrello in casa…
Ma da dove ha origine questa credenza popolare?
Riguardo l’origine del 17 come numero sfortunato sussistono diverse ipotesi: una delle più avvalorate riconduce la superstizione al latino. Nella lingua degli antichi romani il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI (“vissi“, quindi “sono morto”). Altre teorie fanno risalire la sfortuna del numero 17 a una delle più gravi sconfitte dell’Impero romano: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell’anno 9 d.C, quando furono annientate tre intere legioni (la XVII, la XVIII e la XIX). L’episodio creò un enorme turbamento a Roma, tanto che non vennero più usati i numeri 17, 18 e 19 per alcuna legione. Nell’Antica Grecia, i seguaci di Pitagora odiavano il 17 perché si trovava in mezzo a due numeri come il 16 e il 18, perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6. Nell’Antico Testamento si legge che il diluvio universale iniziò il 17esimo giorno del secondo mese.
La sfortuna del 17 potrebbe essere anche di origine biblica: nella Genesi (7,11) è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17 del secondo mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè. La combinazione venerdì e 17 è, invece, di origini cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì, quindi è collegato al più triste degli eventi. Oltretutto, fino a pochi decenni fa era tradizione assai diffusa quella di fare penitenza tutti i venerdì dell’anno: usanza che certamente non poteva che contribuire a far odiare il quinto giorno della settimana!
Per alcune persone, più che una superstizione, quella del numero 17 può essere vissuta come una vera paura. In questo caso si parla di eptacaidecafobia.
I NUMERI SFORTUNATI
Va comunque detto che quella del venerdì 17 è una superstizione tipicamente italiana. Una simile tradizione si riscontra in diversi Paesi nei confronti del numero 13: gli anglosassoni sono infatti terrorizzati dal venerdì 13.
L’associazione numerologica negativa si attribuisce tradizionalmente al numero dei partecipanti nell’Ultima Cena, da cui sarebbe scaturito la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato. Nel lussuoso Hotel Savoy di Londra, il problema viene ovviato ponendo una busta tra i convitati o addirittura includendo un gatto.
Un’altra teoria vuole, invece, che un venerdì 13 del 1307 Filippo il Bello diede ordine di sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle loro ricchezze. Il numero viene dai tempi antichi associato alla morte nella Cabala.
In Spagna, Grecia e Sudamerica tramano quando il calendario segna martedì 13.
In Australia, invece, tra i numeri associati alla sfortuna c’è l’87. La superstizione riguarda soprattutto il cricket. A crearla sarebbe stato Keith Miller, una vecchia gloria di questo sport, che aveva individuato in questo numero una serie di disgrazie avvenute sui campi di gioco. Anche se alcune di queste non erano fondate, l’87 da allora si è guadagnato una fama sinistra.
Dal 2001 anche il numero 11 è stato associato alla sfortuna. Ciò è riconducibile alla tragedia dell’11 settembre. Tra le varie coincidenze che hanno eccitato l’animo dei superstiziosi, il fatto che il primo aereo dirottato era il volo American Airlines 11, che aveva 92 passeggeri (9 + 2 = 11) e che l’11 settembre fosse il 254esimo giorno dell’anno (2+5+4 = 11).