Il gruppo consiliare di minoranza “Vietri che Vogliamo”, composto da Alessio Serretiello, Antonella Scannapieco e Maurizio Celentano, lancia una dura accusa all’Amministrazione comunale di Vietri sul Mare, denunciando presunte situazioni debitorie non sanate da parte di alcuni consiglieri di maggioranza.
Una condizione che, secondo i consiglieri di opposizione, determinerebbe una chiara incompatibilità con la carica pubblica, come previsto dall’articolo 63, comma 6, del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL).

«Oggi, a seguito di nostre richieste di chiarimenti e diversi solleciti – si legge nella nota congiunta – si è appreso dell’esistenza di consistenti situazioni debitorie relative a tributi locali accertati e non pagati da consiglieri di maggioranza».
Secondo quanto affermato dal gruppo, la questione è stata sollevata sin dall’insediamento della nuova amministrazione, ma le risposte ottenute sarebbero state tutt’altro che trasparenti.
«Dal primo consiglio comunale – continuano i consiglieri – abbiamo richiesto informazioni precise circa la presunta incompatibilità alla carica. Ci siamo dovuti scontrare con comportamenti opachi, dilatori ed omertosi messi in atto non solo dall’amministrazione, ma anche dagli uffici comunali responsabili».
Una situazione che, sempre secondo la minoranza, mina profondamente la fiducia nelle istituzioni e solleva dubbi sulla correttezza amministrativa. Da qui la richiesta formale alla segretaria comunale di avviare le verifiche previste dalla normativa.
«Per questi motivi – scrivono – chiediamo alla segretaria comunale di attivare, ai sensi dell’articolo 68 del TUEL, le procedure previste al fine di dissipare qualsiasi dubbio circa i profili di incompatibilità».
Ma il problema, secondo “Vietri che Vogliamo”, non si limita a questo singolo episodio. Viene denunciato un quadro ben più ampio di disfunzioni e mancanze.
«Si è aperta, non da oggi, in questa amministrazione la questione del perdurante ed esibito mancato rispetto delle regole; mancanza di trasparenza amministrativa, sempre fortemente ostacolata, e palesi, già denunciati, conflitti di interesse tra assessori e loro familiari in società partecipate».
Parole dure che fotografano, secondo l’opposizione, una situazione di grave deterioramento del rapporto tra amministrazione e cittadini, fondato su valori di legalità e correttezza.
«Una gigantesca questione di (in)decenza politica ed amministrativa. Chi amministra la cosa pubblica non è sopra la legge – concludono – ma è tenuto a comportamenti di correttezza e rispetto dell’istituzione e dei cittadini che rappresenta. Per la democrazia, per la trasparenza, per la legalità».