26.3 C
Amalfi

Zeppole di San Giuseppe, l’antica ricetta della Pasticceria Pansa di Amalfi

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

E’ senza dubbio uno dei dolci tipici dell’antica tradizione pasticciera napoletana. La zeppola di San Giuseppe, ciambella di pasta choux guarnita con un ciuffo di crema pasticciera e un’amarena, anche quest’anno, nel giorno dedicato ai papà, sarà la protagonista della tavola. Le origini di questa delizia sono antichissime e risalgono con ogni probabilità al 500 a.C. quando a Roma si celebravano le Liberalia, le feste delle divinità dispensatrici del vino e del grano, nel giorno del 17 marzo. In onore a Sileno, compagno di bagordi e “precettore” di Bacco, si bevevano fiumi di rosso nettare e si friggevano profumate frittelle di frumento.

Proponiamo la ricetta della storica Pasticceria Pansa di Amalfi, nel pieno rispetto della tradizione che si tramanda dal 1830, a garanzia di qualità e raffinatezza.

Ingredienti per una dose di 20 Zeppole di San Giuseppe:

  • 1 litro acqua 100 gr di burro
  • 1 kg farina 00
  • 10 gr di sale
  • 12-15 uova fresche
  • olio di semi di arachidi S.Q.
  • Zucchero a velo S.Q.
  • Crema pasticciera S.Q.
  • Amarene S.Q.

PREPARAZIONE

Portiamo ad ebollizione UN litro d’ acqua e 100 grammi di burro, aggiungiamo 1 kg di farina 00 con 10 grammi di sale e procediamo con la cottura a fiamma lenta fino all’amalgamarsi del composto. Successivamente versiamo il composto in un recipiente e aggiungiamo progressivamente circa 12-15 uova fresche, con lo scopo di ottenere un impasto che deve divenire sempre più morbido, pur conservando un certo grado di solidità. Raggiunto l’obiettivo, inseriamo l’impasto nel sac a poche e modelliamo le nostre ciambelle su teglie precedentemente coperte da carta da forno.

Ora si che siamo pronti per affrontare il momento topico: la frittura. Prepariamo due padelle con una dose abbondante di un buon olio di semi di arachidi; nella prima immergiamo le nostre ciambelle preoccupandoci che l’olio non sia eccessivamente bollente: questa prima fase ci occorre per far sì che le zeppole si gonfino al punto giusto.

Quindi, passiamo le nostre zeppole nella seconda padella dove la temperatura dell’olio non deve essere inferiore ai 170 gradi. Questa è la fase decisiva della frittura: la zeppola deve essere tirata fuori quando ha raggiunto il giusto grado di fragranza e un bel colore dorato.

A questo punto non ci resta che passarle su carta assorbente e attendere che raffreddino, dopodiché completiamo il nostro lavoro decorandole con i classici rosoni di crema pasticciera, zucchero a velo e delle gustosissime amarene.

Buon San Giuseppe e buona festa del papà a tutti!

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

La fondazione della Confraternita della Beata Vergine del Monte Carmelo di Ravello nel 1679

di SALVATORE AMATO Nel 1695, il vescovo della diocesi di Ravello-Scala, Luigi Capuano, e il capitolo della cattedrale ravellese,...

Tommaso Aniello d’Amalfi: Masaniello, l’eroe del popolo napoletano

«Tu ti ricordi, popolo mio, come eri ridotto?» è la domanda, rimasta proverbiale, pronunciata da Masaniello, ai suoi detrattori, prima...

Salerno, 18 luglio si inaugura il Giardino della Minerva

Dopo quattrocento anni lo storico Giardino della Minerva ritrova la sua completa integrità. Il Comune di Salerno, dopo...

Rotary Club Costa d’Amalfi: con Ulisse Di Palma un nuovo anno all’insegna del servizio e della memoria

Si è svolta sabato scorso, presso l’hotel Caruso di Ravello, la cerimonia di passaggio delle consegne del Rotary...