Riceviamo e prubblichiamo lettera a firma del professor Salvatore Sorrentino, già sindaco di Ravello. Segue testo.
Caro Direttore.
Tu sai anche meglio di me, per il ruolo che stai svolgendo da decenni, ormai, sul nostro territorio, che l’unico comune il quale ha sempre saputo di tennis, sulla Costa d’Amalfi, è Ravello.
Di qui a solo un decennio, festeggeremo il “secolo” dell’inaugurazione del nostro campo, più che regolamentare, con una partita, un po’ più tardi, Italia-Francia.
Nei miei ricordi, non tanto lontani, d’altronde, mi passano, nella mente, i tanti miei coetanei e cari amici, i quali, dai comuni del nostro litorale, salivano, a volte di troppo buon mattino, per giocare sul campo da tennis di Ravello, unico veramente valido, gestito da una libera associazione sportiva, di cui han quasi sempre fatto parte, quali semplici soci, anche amministratori comunali di Ravello.
E il Comune, dava il campo a titolo del tutto gratuito. Non solo, ma si preoccupava pure di tenerlo, “a sue proprie spese”, in buono stato.
E nemmeno basta: concedeva, sempre a titolo gratuito e in buono stato, i locali ex Azienda di Turismo per le attività sociali.
E nemmeno basta: ogni anno concedeva pure contributi in danaro, per le proprie attività.
E tanti ragazzi, ravellesi e non, svolgevano attività sportive.
Non vado oltre; tu, caro Direttore, ne puoi, forse, dire più di me. Mi pongo solo un interrogativo: tanto di cappello all’associazione tennistica di Tramonti; tante grazie ai suoi dirigenti e agli allievi; tanta riconoscenza all’Amministrazione Comunale di quel comune, la quale, di certo, avrà ì suoi meriti; ma, Dio Santo benedetto, considerato, come ho letto sul tuo quotidiano, che, guarda un po’, la squadra che ha vinto il campionato provinciale è formata esclusivamente da «ravellesi», mi chiedo che cosa sia successo o succede. Il covid-19 ha tanto, forse, cambiato il mondo di Ravello?
Scusami e accetta i miei “più addolorati” saluti.
Salvatore Sorrentino
REPLICA DEL DIRETTORE
Carissimo Professore.
Concordo pienamente col Vostro pensiero. Credo che le attività sportive in paesi piccoli come il nostro vadano affidate, senza indugi e con la massima disponibilità (di strutture e risorse) ai cittadini residenti che hanno dimostrato negli anni competenza, abnegazione e capacità aggregativa. Non sfuggono certo i nomi e i cognomi di queste persone che tra l’altro hanno il merito di aver rifondato il glorioso Tennis Club di Ravello. Scongiurata la possibilità di un’associazione sportiva “controllata” dalla politica, sarebbe stato il momento di dare il via libera e affidare ai soggetti di cui sopra la gestione dell’unica struttura sportiva attualmente agibile:il glorioso campo da tennis che il prossimo 31 ottobre taglierà il traguardo dei 90 anni dall’inaugurazione.
Mi meravigliano non poco alcune resistenze e a dire il vero neanch’io, caro professore, riesco a comprendere. Ma attraverso le azioni ognuno si assume le proprie responsabilità.
Colgo l’occasione per salutarVi affettuosamente, in attesa di rivedere attivo il nostro Tennis Club Ravello e di ritrovare tanti bambini ai corsi estivi – a prezzi popolari – col leggendario torneo “Landolfo Rufolo”.
Emiliano Amato