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Vittorio Perrotta, intelligenza e successo: è autentico erede della cultura amalfitana

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di DOMENICO DE MASI

Inizierei da una fotografia vecchia e sfocata. Risale a molti anni fa. Io e mia moglie eravamo ospiti di Vittorio nella sua bella casa di Marrakech. Era il giorno del mio compleanno e Vittorio, con la sua esuberanza affettuosa, mi fece gli auguri con una torta smisurata.

Questo è Vittorio: un campione altamente rappresentativo della migliore gente della Costiera. Quella temprata, nel corso dei secoli, dai viaggi oltremare, dai commerci orientali, dalla frequentazione con un turismo cultore del bello e della qualità della vita.

L’infanzia e la giovinezza di Vittorio sono trascorse tra Atrani e Amalfi dove intelligenza ed esperienza ne hanno temprato un carattere forte e leggero, ingenuo e astuto. Quanto di meglio per affrontare l’avventura dell’emigrazione e l’intraprendenza dell’imprenditoria.

Per anni Vittorio, i due fratelli Gerardo e Antonio, la sorella minore Concetta sono vissuti di poco o niente, dormendo in quattro in una stanza, dilatata dalla fantasia e dal bisogno. E’ a queste origini che il mio pensiero corre mentre giro per le sale e i viali della villa regale dove oggi Vittorio abita e mi ospita.

Vittorio è una sintesi della migliore meridionalità: la Costiera calda di sole e di rapporti umani, il mare generoso e vendicativo, la volontà di spezzare gli argini che la miseria e la geografia costruiscono intorno a ogni talento. Il giovane Vittorio, affida alla conoscenza delle lingue – inglese, tedesco e francese – la sua volontà di riscatto e affronta Parigi con tutte le sue forze di ragazzo serio, caparbio e simpatico, tutto casa e lavoro, sempre ottimista e propositivo. Soprattutto affidabile: pagamenti puntuali, mai un debito, sempre fede alla parola data.

A Parigi, alzandosi prima dell’alba e lavorando sodo tutto il giorno, prima fece il sarto in una casa di confezioni, poi il magazziniere nel negozio del suocero che vendeva roba a buon mercato, quindi il cameriere in un bar a luci rosse, poi il venditore di tessuti in un angolo del negozio del suocero, poi ancora, faticosamente ottenuta la cittadinanza francese, il venditore di stoffe nel mercato dove maturò l’esperienza che gli avrebbe giovato per tutta la vita dal momento che il mercato, con la sua concorrenza feroce, resta la migliore scuola di commercio.

Poi è la volta dei suoi grandi negozi parigini: “La clef de soldes” a Saint Maurice, “La clef de marques” a Montparnasse e altri ancora a Issy lesMulinaux, a Bauvais, a Malakof, a Chennevières. Non contento del commercio di stoffe, allargherà gli affari con la proprietà di ristoranti e di aziende vinicole nonché nel settore immobiliare.Marrakech, e Cuba saranno le tappe successive della sua imprenditoria, dei suoi affari e delle sue vacanze, perché in Vittorio lavoro e vita si sono sempre composte in una miscela inseparabile. E l’esperienza cubana sarà premiata dall’incontro con Yanaris, ballerina del teatro de L’Avana, ormai da venti anni sua inseparabile compagna intelligente e sagace.

Vittorio ha una personalità autentica, soavemente segnata da un’ intelligenza emotiva che lo rende subito simpatico, disponibile, solidale. La sua capacità di trasformare una conoscenza in amicizia è sorprendente come la sua disponibilità a farsi in quattro per gli amici, siano essi i compagni di gioventù amalfitana o alti magistrati, o chef del calibro di Robuschon o celebri star come Serge Gainsbourg. 

Vittorio ha una personalità sensibile, attratta dalla bellezza dell’arte e pronta a collezionare capolavori non in base a chi li firma ma in base al turbamento che egli prova nel guardarli. Dice con schietto candore: “Se chiudo gli occhi e cerco di dare un significato all’aggettivo bello, mi viene subito in mente lo spiazzale della Chiesa della Maddalena ad Atrani, dove sono nato. Ma, quando riapro gli occhi e torno a pensare a cosa sia per me la bellezza, mi sorge il dubbio che sia qualcosa di semplice e vivo, come il sorriso di Yanaris”.

Oggi Vittorio riceve la massima onorificenza della Costiera: quella di Doge delle città di Atrani ed Amalfi. Anche io, qualche anno fa ho avuto la stessa onorificenza ma, a ben riflettere, Vittorio se la merita molto più di me. 

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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