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A Faenza la mostra personale di Franco Raimondi, omaggio al mestro Carlo Zauli

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“Innovazione nella tradizione” è il titolo della mostra d’arte ceramica inaugurata ieri sera al museo “Carlo Zauli” di Faenza.  Un appuntamento inedito ed unico, nato da un omaggio che il maestro ceramista di Vietri sul Mare, Francesco Raimondi, dedicò tre anni fa a Carlo Zauli, considerato tra i grandi maestri contemporanei della ceramica in ambito internazionale, attivo fino al 1998, morto a Faenza nel 2002. Si tratta fi un piatto dipinto, che lo ritrae insieme al grande ceramista vietrese Guido Gambone, maestro di Zauli negli anni Cinquanta e Sessanta.

Da quel gesto è nato l’invito del Museo Carlo Zauli, che Raimondi interpreta attraverso la creazione di opere poste in relazione a quella astrazione che è tipica dell’opera zauliana e agli spazi–laboratorio del Museo.

Un percorso che si colora di sperimentazione e che si tuffa nell’inedito, nel quale Raimondi – considerato tra i più grandi interpreti della pittura ceramica – dà vita non solo a colori e decorazioni, ma anche a forme che introducono la sua opera nel territorio della scultura all’interno degli storici spazi del museo Carlo Zauli.

Le opere in mostra sono ceramiche gestuali, concettuali-geometriche che nascono da pochissimi segni e su questi segni il Maestro lavora e dà forma alle opere portando con sé tutta la cultura decorativa vietrese.

La riflessione che conduce alla creazione parte dal concetto di spazio, uno spazio che viene riempito con pochi segni, tracciati sulla materia ceramica contemporanea; segni che costruiscono diversi livelli di composizione estetica, che spesso solcano la tridimensionalità: veri e propri labirinti nei quali la mente dell’osservatore si perde e si ritrova in territori inesplorati, ma ricchissimi di citazioni legate alla storia dell’arte e, in particolare, della ceramica.

«Questa mostra per me è molto importante perché ho cercato di comunicare con la ceramica di Carlo Zauli attraverso contaminazioni e influenze – spiega il maestro Raimondi al Quotidiano della Costiera – . Zauli insieme a Gambone è stato un innovatore della ceramica del Novecento e per me essere qui nello studio museo di Zauli, con una grande esposizione, è un onore, un riconoscimento inaspettato da parte di una istituzione straordinaria con una storia incredibile».

Francesco Raimondi è nato a Vietri sul Mare 1959. Nel 1999 apre un suo atelier personale, la Ceramica l’Archetto e inizia a collaborare alla nuova stagione del Premio “Viaggio attraverso la Ceramica” di Vietri sul Mare, divenuto, su proposta del nuovo direttore artistico Enzo Biffi Gentili, internazionale. È l’occasione per rendere sistematici rapporti con artisti in visita a Vietri. Determinante è l’incontro con il primo grande artiere internazionale premiato nel 1999, il portoghese Manuel Cargaleiro. È l’inizio di un suo viaggio senza ritorno, del suo allontanamento dagli stilemi dalla ceramica tradizionale e dalle loro rivisitazioni, nelle quali eccelleva.

Adotta un linguaggio “astratto”, ricco di citazioni colte, declinato in una infinità di variabili e realizzato, sorprendentemente per un virtuoso del pennello, con stesure dirette di smalti colorati sulle superfici. Raimondi non poteva però rinnegare troppo a lungo la sua figura di gran maestro “figurativo”: una mostra del Premio “Viaggio attraverso la Ceramica” del 2003-2004, intitolata “Viaggio attraverso la ceramica grottesca”, rappresenta per lui un’illuminazione. Nascono così le “raimondesche”, di grande successo, che finalmente offrono una versione assolutamente attuale di una iconografia mediterranea e vietrese, anche nel riconoscimento della sua “degradazione”, umoristicamente rappresentata pur senza rinunciare allo splendore di disegni e colori. E proprio grazie a questi lavori Raimondi è l’unico artiere vietrese a essere invitato nel 2011 alle OGR di Torino in occasione delle mostre ufficiali allestite per Italia 150 e tra i primissimi artieri italiani a venire insignito del titolo di MAM Maestro d’Arte e Mestiere istituito dalla Fondazione Cologni per i Mestieri d’Arte, alla Triennale di Milano nel 2016. Ha esposto come “Tesoro Nazionale Vivente” nella mostra “Italia e Giappone: le relazioni meravigliose” Homo Faber Event. Le sue opere sono state esposte in un gran numero di personali e di collettive e sono entrate nelle collezioni di musei quali, tra gli altri, il Museu do Azulejo di Lisbona, il Musée de la Céramique di Nabeul, il Museo di Palazzo Venezia di Roma, il MIAAO di Torino, il Museu Manuel Cargaleiro di Castelo Branco, Museo Flicam Xi’an Cina.

redazione
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