Domani, domenica 29 maggio, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, una solennità che cade quaranta giorni dopo la Pasqua e che riveste una notevole importanza nella liturgia Cattolica, segnando la fine del soggiorno terreno di Gesù.
La tradizione, ancora molto radicata in Campania, vuole la che sera di vigilia dell’Ascensione venga lasciato sul davanzale delle finestre, per tutta la notte, un bacile d’acqua cosparso in superficie da petali di rosa.
E’ credenza che Gesù, alla mezzanotte, salendo in Cielo alla gloria del Padre accompagnato dai suoi angeli, benedicesse quelle acque.
Al mattino, poi, è uso, da parte di tutti i componenti della famiglia, sciacquare il viso con il singolare preparato in segno di purificazione.
«Questo “rito” – spiega Sigismondo Nastri, decano dei giornalisti della Costa d’Amalfi – rimane sempre lo stesso ogni anno, così come trasmesso dagli antenati. E’ un omaggio al Signore salito al Cielo ma anche, per chi lo compie, un anelito di eternità.
L’Ascensione (che si sarebbe dovuta celebrare giovedì scorso, ma, come per il Corpus Domini, le ragioni di Stato ne hanno imposto, dal 1977, lo spostamento alla domenica successiva) è forse, insieme con la Pasqua, la ricorrenza più suggestiva, e più ricca di significato, che ci propone la Chiesa cattolica.
La Pasqua e l’Ascensione sono i pilastri su cui si fonda la nostra fede: “la resurrezione dei morti” (quella di Cristo prelude alla nostra resurrezione) e “la vita del mondo che verrà” (il Paradiso, “ultima meta dell’aspirazione dell’uomo”, e la visione beatifica di Dio)».
Nella foto il bacile preparato da Lucia Mansi di Ravello
