di EMILIANO AMATO
E’ morto a Roma il sociologo Domenico De Masi. Aveva 85 anni. Lo scorso 15 agosto, casualmente, aveva scoperto di avere una micidiale malattia invasiva mentre era in vacanza a Ravello. Si era recato al presidio ospedaliero “Costa d’Amalfi” per un semplice controllo alle vie respiratorie. Dalle indagini approfondite era emerso un quadro clinico preoccupante.
I medici del policlinico “Gemelli” di Roma (dov’è spirato nella tarda mattinata) gli avevano comunicato che la malattia era in stato avanzato.
Sempre lucido, ha affrontato la fine della sua vita con grande serenità, fanno sapere i suoi amici più cari.
La notizia della sua morte sconvolge il mondo della cultura.
Cittadino onorario di Ravello di cui è stato assessore esterno alla Cultura nella metà degli anni Novanta durante la seconda sindacatura di Salvatore Di Martino, ha contribuito notevolmente ad accrescere l’immagine culturale della città della musica. Padre della Fondazione Ravello di cui è stato il primo presidente, ha sognato e realizzato la costruzione dell’auditorium “Oscar Niemeyer” e rilanciato il Ravello Festival, durante la sindacatura di Secondo Amalfitano, regalandogli una cifra interdisciplinare e internazionale. A Ravello ha potuto sperimentare il suo “ozio creativo”.
Già preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, nel 2013 è stato anche nominato Magister di Civiltà Amalfitana durante il Capodanno Bizantino.
Forte il suo legame con il Brasile, la sua cultura. Tra i suoi più cari amici il presidente Lula e l’archistar Oscar Niemeyer.
La camera ardente probabilmente sarà allestita in Campidoglio a Roma. Una grande perdita per tutti noi.