di DOMENICO DE MASI
A un anno dalla morte di Lina Wertmüller la figlia Maria Zulima e un gruppo di artisti suoi amici, riuniti per l’occasione su iniziativa di Remigio Truocchio, hanno deciso di ricordarla con un ciclo dei suoi film più famosi, con una serata dedicata alle canzoni scritte dalla grande regista e con una mostra che ne ricostruisce la storia artistica. Truocchio ha scelto Ravello come location di questa triplice iniziativa perché qui Lina è stata per otto anni consigliere d’indirizzo e direttrice del settore cinema del Festival. Il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier e l’intera giunta, con squisita sensibilità, hanno presenziato alla mostra e allo spettacolo, conferendo all’iniziativa il prestigio di un Comune impegnato da sempre nella valorizzazione della cultura. Va ricordato che altro paese della Costiera fortemente legato a Lina è Minori che le conferì la cittadinanza onoraria. Il sindaco di Minori, Andrea Reale, ha assistito allo spettacolo e ha confermato l’affetto proprio e del suo Comune per la grande regista.
Come in tutte le cose che intraprendeva, anche nel ruolo di consigliere di indirizzo e direttrice del settore cinema del Festival Lina si comportò in maniera professionale, creativa, entusiasta, concreta. In otto anni, nonostante i suoi impegni in Italia e all’estero, non fu assente neppure a una sola delle numerose riunioni con cui il festival veniva mensilmente preparato e accompagnato. Le sue proposte erano sempre idee di grande originalità e raffinatezza; la sua tenacia nel tradurle in pratica era proverbiale e imprimeva il ritmo di marcia a tutto il team.
Sabato è stata inaugurata la mostra e poi ha avuto luogo lo spettacolo. La mostra è stata curata da Caterina D’Amico, grande amica di Lina che ha affiancato per alcuni anni nel ruolo di presidente del Centro sperimentale di Cinematografia. Allo serata, ideata da Valerio Ruiz, hanno partecipato i collaboratori più stretti di Lina, da Toni Petruzzi, protagonista dei Basilischi, a Rita Pavone, indimenticabile scugnizzo di Gianburrasca, a Isa Danieli, interprete cinematografica e teatrale delle opere della Wertmüller.
Lo spettacolo, pensato e diretto da Valerio Ruiz, cui si deve pure Dietro gli occhiali bianchi, il documentario più bello ed esauriente su Lina, è un gioiello teatrale con cui si ricostruisce l’impegno di Lina in un campo specifico come quello musicale, particolarmente affine alla vocazione artistica di Ravello. Va ricordato che Lina ha scritto più di 200 canzoni che hanno fatto da colonna sonora dei suoi film, dei suoi musical, dei suoi documentari e hanno scandito in tutto il mondo la vita dei suoi ammiratori.
Lo spettacolo Lina’s Rhapsody, ovvero Avventure e Canzoni di Lina Wertmüller firmato da Ruiz, è stato un delizioso gioiello che sarebbe piaciuto molto a Lina. Con la sua voce recitante il nipote di Lina, Massimo, ha fatto da filo conduttore in una scorribanda tra ricordi familiari, episodi della regista sul set, suoi rapporti con amici carissimi come Fellini e Rosi, sue strette collaborazioni con musicisti del calibro di Lilli Greco, Ennio Morricone, Nino Rota, Enzo Jannacci e Paolo Conte. Due regali preziosi che Ruiz ci ha regalato con questo suo spettacolo sono Nicoletta Della Corte e Isa Danieli. Nicoletta ha interpretato le canzoni con una intensità, una raffinatezza, una immedesimazione che ha fatto ricordare la migliore Milva quando era diretta da Streler. Isa Danieli, recitando il monologo tratto da Amore e magia nella cucina di mamma, di cui era stata protagonista nel Festival di Spoleto 1979, ha saputo ricreare in pochi minuti quell’atmosfera surreale e drammatica di ineguagliabile intensità che solo un’attrice grandissima come Isa è capace di aggiungere un testo sublime.
