No, non è un’installazione temporanea di una mostra di arte contemporanea ma questo oggetto ‘esposto’ al pubblico (e alle intemperie), sulla Statale 163 a Positano, un quid di artistico ce l’ha. Senza dubbio.
I nastri che ancorano lo scooter finito dritto nella ringhiera, incastonato come la spada nella roccia, sembrano delimitare uno spazio ‘altro’ rispetto all’ambiente circostante (oltre a evocare la scena di un crimine di una puntata di CSI). L’immagine, indubbiamente pittoresca, provoca uno choc cognitivo e culturale nello spettatore che, spiazzato a dovere da quella presenza “impattante” e fuori contesto, è portato a interrogarsi sul pregnante concetto di post modernità, prendendo a prestito le necessità di mobilità sulle due ruote in Costiera Amalfitana, sull’alienazione dell’uomo nell’epoca dell’automazione, sulla spersonalizzazione come effetto della crisi valoriale. Questione di equilibrio, si direbbe, laddove gli equilibri restano precari e basta una distrazione per ritrovarsi fuori strada…
Ma forse la riflessione più cogente che ispira è di quelle esistenziali pesanti: l’uomo è veramente libero o, come suggeriscono quei legacci, non ha più via d’uscita – imprigionato in una dimensione di costrizioni, obblighi e doveri oppressivi – dopo aver preso la strada sbagliata?
Anche a questo serve l’arte, in questo caso la Street Art…on the road.