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Acqua a sbafo, Ausino a caccia di morosi 

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Licenza di riscuotere: in casa “Ausino” ora si può. La terza volta è quella buona: dopo i niet degli anni addietro, il fatidico via libera arriva per mezzo di un decreto del ministro dell’Economia, Daniele Franco, da venerdì scorso in Gazzetta ufficiale. A darne notizia il quotidiano La Città in un articolo a firma di Carmine Landi.

«È autorizzata – dispongono ai piani alti di Palazzo delle Finanze – la riscossione coattiva mediante ruolo dei crediti vantati da “Ausino”». In altre parole, d’ora in poi la società pubblica con le mani nell’acqua potrà subentrare all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, erede della fu Equitalia, e recuperare in proprio i crediti vantati sui clienti morosi. Debitori avvisati: avvertimento che vale per gli evasori che vivono a Cava de’ Tirreni (il quartier generale della “Ausino” è proprio in via Balzico, nel cuore della città metelliana), nella parte settentrionale di Salerno, in Costiera Amalfitana (fino al dorsale partenopeo dei Monti Lattari), in buona parte dei comuni dei Picentini e perfino in alcuni centri della Valle del Sele. All’ombra dei 26 campanili che beneficiano del servizio idrico erogato dalla società presieduta da Mariano Agrusta arriveranno le cartelle per riscuotere il danaro mai versato dagli utenti morosi. Il “modello Veneto”, regione che da tempo consente alle aziende che s’occupano del servizio idrico integrato d’esercitare in proprio la riscossione coattiva, approda pure nella terra felix.

Epilogo d’una battaglia che la società pubblica salernitana aveva ingaggiato da almeno quattro anni: risale a settembre 2018 la prima istanza avanzata al Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’anno dopo, ad agosto, la richiesta fu rigettata: l’azienda con le mani nell’acqua si rivolse ai giudici della Seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, che confermarono il diniego opposto dagli stanzoni capitolini.

A marzo 2022 il Cda della “Ausino” ha chiesto nuovamente al Mef l’autorizzazione alla riscossione coattiva. Il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, a seguito d’istruttoria, ha «ravvisato la rilevanza pubblica dei crediti vantati da “Ausino”». E il ministro Franco, il 30 giugno scorso, ha firmato il decreto. Da oggi in via Balzico hanno facoltà d’iscrivere a ruolo i morosi e avviare la procedura di riscossione in proprio dei debiti accumulati dagli utenti. Un iter forzato del debito: chi non paga può essere destinatario di fermo amministrativo e, infine, perfino d’ipoteca e di pignoramento. Fiumi di danaro pubblico: che nell’ultimo bilancio d’esercizio reso pubblico dall’azienda, quello del 2020, approvato poco più di un anno fa dall’assemblea dei soci, il totale dei crediti appostati (saldati e non) ammontava a poco meno di 39 milioni e mezzo di euro. Tanto basta a rendere l’idea del giro d’affari della “Ausino”.
Una partecipata che serve 26 comuni. Al tavolo dei soci siedono in 21: oltre ai rappresentanti di Cava de’ Tirreni e Salerno, ci sono quelli della napoletana Agerola e delle “nostre” Amalfi, Baronissi, Cetara, Conca dei Marini, Giffoni Sei Casali e Valle Piana, Maiori, Montecorvino Pugliano e Rovella, Olevano sul Tusciano, Pellezzano, Positano, Praiano, Ravello, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte, Tramonti e Vietri sul Mare. Curioso il caso di Acerno: l’azienda preleva l’acqua proprio dal paese al centro dei Monti Picentini ma il Comune non detiene neppure una delle azioni in seno alla “Ausino”. Società benedetta dal Mef: ora ha licenza di riscuotere.

Fonte: La Città

redazione
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