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La Madonna rubata ad Amalfi ritrovata in Olanda dopo 9 anni

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Era finita in Olanda la statua della Madonna del Carmine trafugata in una chiesa di Amalfi. Al termine di una meticolosa indagine durata ben nove anni, le autorità italiane sono riuscite a rintracciare il tesoro di fede dato oramai definitivamente per smarrito. Risultava tra i pezzi di un antiquario di una cittadina non lontana da Amsterdam. Lo scrive il quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Il simulacro della Vergine con bambino, un manichino in legno di scuola napoletana del settecento, snodabile con un corpo in legno dell’altezza di un metro e mezzo, era stato trafugato dalla chiesetta periferica di Santa Maria del Pino a Pastena in una notte d’agosto del 2014.

In quella circostanza i malviventi staccarono la statua dalla base lignea su cui era fissata spogliandola degli abiti poi lasciati sul pavimento della chiesa. Un modo per non rendere identificabile quel manichino con la sola testa, le mani e i piedi. Con tutta probabilità quei ladri cercavano altro, in particolare i preziosi della devozione, preventivamente trasferiti in un luogo più sicuro.

In seguito ai rilievi, le foto del volto e dei particolari della rappresentazione, dal valore intrinseco non rilevante quanto quello di fede per la comunità della borgata amalfitana, vennero inserite nella banca dati del Nucleo Carabinieri Patrimonio Culturale di Napoli. L’attività d’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, condotta dal pubblico ministero Katia Cardillo, avviata su sua richiesta e su sua delega, ha portato soprattutto alla consultazione online di centinaia di cataloghi di aste d’opere d’arte o di semplici antiquari di tutta Europa. E dopo anni di ricerche, quando le speranze sembravano oramai dissolte, l’occhio attento degli investigatori è riuscito a distinguere, tra migliaia, il volto della Madonna di Amalfi.

Tempestivamente è stata avanzata la richiesta di sequestro dell’opera per la conseguente restituzione. Le autorità olandesi hanno rigettato il reclamo considerato che nel loro ordinamento giuridico non conta la provenienza furtiva, ma la buona fede dell’acquirente. Di tutta evidenza che non si trattava di un semplice oggetto di antiquariato, la Procura di Salerno si è quindi affidata a Eurojust, l’agenzia istituita dal Consiglio dell’Unione Europea con il compito di sostenere e potenziare il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali responsabili delle indagini e dell’azione penale contro la criminalità grave.

E si è scoperto che la statua, piazzata dai ricettatori, era stata acquista presso un antiquario fiorentino. Eurojust ha riconosciuto l’illecito iniziale e ha ritenuto illegale tutto ciò che ne è conseguito, rigettando così l’opposizione dell’acquirente. L’opera è stata così destinata alle autorità italiane e il suo ritorno a casa dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, con la conseguente restituzione alla chiesa amalfitana.

Nel luglio 2017 vennero arrestati sette componenti la banda che tra il 2012 e il 2016 in costiera amalfitana si resero responsabili di una serie di furti in abitazioni e chiese del salernitano e della costiera amalfitana. Tra le statue ancora non rinvenute quelle di Santa Maria del Bando di Atrani e dell’Addolorata di San Pietro alla Costa, a Ravello.

redazione
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