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Amalfi, perde il telefonino nel dirupo e si cala per recuperalo: straniera salvata dai vigili

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Stava trascorrendo la domenica mattina al porto di Amalfi, godendosi il suo giorno libero nella pineta con vista mare. Era al telefono la donna originaria dell’Est europeo che lavora come colf presso una famiglia amalfitana, protagonista di un imprevisto. Forse a causa di una distrazione, mentre era affacciata alla ringhiera, le è scivolato lo smartphone dalla mano. L’apparecchio è precipitato di sotto, nell’area boschiva impervia sottostante i giardinetti. La signora, di 56 anni, non ha pensato minimamente di richiedere aiuto e, senza perdersi d’animo, trovata una fune utilizzata per l’ormeggio delle barche nell’area portuale, l’ha legata a una panchina dei giardinetti. Scavalcata la ringhiera, si è quindi calata di sotto tenendosi perpendicolare al muro di contenimento del giardino terrazzato. Il suo telefono era finito tre metri e mezzo più in basso, sul ciglio dello strapiombo di circa quindici metri che dà sulla sottostante piazzetta dei Protontini. La discesa è riuscita; problematica, invece, si è rivelata la risalita non agevole. E non vi era altra via di scampo: se avesse fatto solo un passo falso, in equilibrio precario, sarebbe scivolare nel vuoto. Un rischio concreto.

Le sue grida di aiuto sono state udite dai passanti i quali hanno richiesto l’arrivo degli agenti della polizia locale. In servizio c’era il maresciallo Stefano Pinto, lo stesso che lo scorso anno ricevette un encomio speciale dalla Scuola regionale di polizia locale per aver salvato un turista ubriaco tuffatosi in mare di notte. Con lui l’agente Arianna Sorrentino: entrambi sono giunti sul posto calando una scala in alluminio di oltre tre metri, ancorandola alla ringhiera. È stato lo stesso maresciallo a consentire la risalita in sicurezza della donna le cui condizioni di salute risultavano buone. Per lei soltanto un brutto spavento. Ha detto ai suoi soccorritori – che ha ringraziato sentitamente  – che quel telefono era troppo importante per lei, in quanto l’unico mezzo che le consente di rimanere in contatto con i suoi familiari rimasti nel paese di provenienza.

Molte di queste avvertono la solitudine nei giorni liberi, la domenica e il giovedì e, quando si sentono smarrite tendono a isolarsi, cercando il supporto di altre colleghe che come loro hanno vissuto o vivono la stessa situazione.

Appare inconsueto che persone vocate ad offrire assistenza quotidiana, specie ad anziani, si mostrano restie a richiedere aiuto se in difficoltà, forse perché non si sentono perfettamente integrate o non vogliono attirare l’attenzione pubblica.

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