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Atrani: le contraddizioni della gestione associata del ciclo rifiuti preoccupano in vista della stagione turistica

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C’è grande preoccupazione ad Atrani dopo la decisione del Comune di Maiori di recedere dall’accordo sottoscritto nel 2019 (delibera G.C. n. 18 del 23/01/2024, trasmessa in data 14/02/2024) tra le Amministrazioni di Maiori, Minori e Atrani per l’utilizzo dell’isola ecologica in località Demanio. L’Amministrazione del borgo costiero ha fatto pervenire una serie di richieste ai soggetti coinvolti, tra cui la società partecipata Miramare service, il Comune di Maiori, il Sub Ambito Costa d’Amalfi e, tra gli altri, anche i vertici Eda Salerno ed il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola.

La decisione unilaterale presa dal Comune di Maiori ha di fatto innescato una situazione di emergenza per Atrani, nonostante le risorse già investite per la gestione associata del servizio, la sistemazione del CCR di Maiori e l’adeguamento degli impianti. Per il borgo più piccolo d’Italia le prospettive, soprattutto in vista dell’inizio della stagione turistica, sono complicate.

Un danno considerevole – fanno sapere dal Comune di Atrani – , che si somma all’aggravio dei costi per il borgo e contraddice i presupposti stessi degli accordi alla base degli accordi di gestione associata e delle isole intercomunali: condivisione delle attrezzature e delle risorse umane, ottimizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con conseguente risparmio economico per i cittadini.  Da un lato, dunque, si obbligano i piccoli comuni a far parte degli Ato (Ambiti territoriali ottimali), favorendo la creazione delle isole ecologiche intercomunali finalizzate ad ottenere economie di scala ed efficienza del servizio, e di questo l’accordo tra Atrani, Minori e Maiori è stato per 5 anni esempio di buona gestione condivisa; dall’altro si lascia, e di questo non si capisce la ragione, che ognuno ragioni in base al proprio interesse senza pensare alle conseguenze che si innescano per gli altri. Conseguenze che, per Atrani, possono diventare una vera e propria emergenza ambientale.

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