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Bambini e anziani: i soggetti più a rischio per gli incidenti domestici

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I bambini e gli anziani sono i soggetti maggiormente a rischio di infortunio domestico.

È quanto emerge dallo studio a cura di Alessio Pitidis ed altri[1], pubblicato sul Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità del febbraio 2014 in occasione della presentazione del sistema di sorveglianza SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti in Ambienti di Civile Abitazione)[2]. Lo studio ha evidenziato che il tasso medio di accesso ad un Pronto Soccorso per infortuni domestici che hanno coinvolto bambini al di sotto dei 5 anni di età è di 8.137 casi all’anno ogni 100.000 bambini della medesima classe di età, mentre per gli anziani over 65 è di 5.582 casi ogni 100.000 all’anno (con percentuali maggiori al crescere dell’età). Valori quindi ben superiori a quello del terzo “gruppo” a rischio”: le donne di età compresa tra 18 e 64 anni impegnate in lavori domestici (2.114 casi all’anno ogni 100.000).

Per quanto riguarda i bambini l’ISTAT, nell’indagine sugli incidenti domestici condotta nel 2014, ha evidenziato che è molto frequente il ricorso all’assistenza sanitaria d’urgenza (il 48,6 % degli infortunati si reca al Pronto Soccorso e per il 22,3% è necessario il ricovero). Ciò è dovuto, ovviamente, alla particolare attenzione che si presta ai traumi dei più piccoli (soprattutto a quelli alla testa, in genere dovuti ad una caduta).    

La pubblicazione La prevenzione degli incidenti domestici in età infantile, a cura del Sistema nazionale per le linee guida (Ministero della Salute/ISS-SNLG) e del NIEBP (Network Italiano Evidence Based Prevention[3]), aggiornata al 2022, è una delle poche, se non l’unica, che tratta il tema con i dovuti approfondimenti. E con un dato sconvolgente: secondo il NIEBP, gli incidenti domestici sono la prima causa di morte per i bambini[4].

L’Istituto Superiore di Sanità ha istituito un monitoraggio dedicato proprio ai più piccoli, il “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino”[5], che prevede necessariamente il coinvolgimento delle Regioni. Per quanto concerne la Campania, l’ultimo rilevamento è quello pubblicato nel dicembre 2020, che fa riferimento ad un’indagine campionaria del 2018-2019[6], condotta presso i centri vaccinali tra le mamme di bambini fino a due anni. L’indagine ha messo in evidenza una leggera minor frequenza di incidenti domestici che hanno richiesto un intervento del medico e/o del Pronto Soccorso, rispetto alla media nazionale: per i bambini fino a 6 mesi il 6,0% rispetto al 6,3 % del dato nazionale, tra quelli di 6-12 mesi l’11,7% (12,6% nazionale) ed infine tra i 12 ed i 24 mesi il 18,4% (19,8%).

Il focus sui bambini è richiamato anche nel Piano Regionale di Prevenzione, cui si è accennato nell’articolo precedente[7], ove si evidenziava che la causa degli incidenti nel primo anno di vita (ferite, ustioni, ingestione di sostanza nocive, ecc.) è per lo più la scarsa attenzione dei genitori o di chi si prende cura dei bambini. Con l’incremento dell’età e dell’autonomia assume invece molta importanza la sicurezza dell’ambiente domestico, in particolare il soggiorno, dove si svolgono le attività di gioco.

L’indagine ha inoltre mostrato la prevalenza di condizioni di disagio economico tra le persone che sono ricorse all’intervento medico: “le persone con basso livello di istruzione, di occupazione, di reddito, hanno un rischio maggiore di incidente. Nel caso degli incidenti domestici dei bambini la povertà, l’emarginazione, la scadente condizione abitativa, il sovraffollamento, la giovane età materna, la famiglia monogenitoriale, la bassa istruzione materna, l’uso di sostanze psicotrope da parte dei genitori sono tutti fattori che aumentano il rischio di incidente domestico”[8].

Per le persone più anziane, la gran parte degli incidenti domestici coinvolge gli over 75, che si rivolgono al Pronto Soccorso nel 47,5% dei casi e nell’11,8 % sono costretti al ricovero (ISTAT 2014). L’evento più frequente è la caduta: rappresenta addirittura l’81% degli incidenti per le donne con più di 75 anni (74,2% per gli uomini).

L’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del programma PASSI[9], ha una specifica sezione denominata PASSI d’Argento[10], dedicata alle persone con più di 64 anni. Una fascia di età sempre più in aumento rispetto alle altre, a causa dell’invecchiamento della popolazione e della riduzione delle nascite. I temi affrontati attengono per lo più a tutte le problematiche di salute che possono riguardare l’anziano, anche quelle psicologiche, ed alle possibilità di prevenzione.

Non c’è una specifica sezione che riguarda la sicurezza domestica ma, in coerenza con quanto è stato rilevato dall’ISTAT, sono presenti i dati sulle cadute: in Italia, il 57% avvengono in casa; il 21% in strada ed il 13 % in giardino (dati 2019). Infortuni che hanno un impatto importante anche sul benessere psico-fisico: la sola paura di cadere, può limitare sensibilmente lo svolgimento delle attività quotidiane[11].

Per quanto riguarda la Campania, 8,8 persone su 100 hanno dichiarato di aver subito questo tipo di infortunio[12] e di queste il 9,1% è stata ricoverata per almeno 1 giorno. Le cadute in casa rappresentano il 56,9% dei casi, ma è interessante notare che solo il 24,5% delle persone intervistate ha dichiarato di avere la consapevolezza di un possibile infortunio domestico. Tuttavia, il 75,4% ha dichiarato di utilizzare almeno un presidio anticaduta nel bagno (tappetini, maniglioni o seggiolini).     

Per diffondere la cultura della sicurezza domestica tra i genitori di bambini in età prescolastica ed anziani il progetto SADUR (Schools Against Domestic and Urban Risks) condotto dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello (CUEBC) con il supporto del Consiglio d’Europa, ha previsto una serie di incontri con la comunità scolastica.

Alle riunioni, che vedranno l’intervento di attori del mondo della sicurezza, saranno invitati a partecipare non solo i genitori, in particolare quelli dei bambini più piccoli, ma anche i “nonni”.

Ciò nasce anche dalla considerazione che gli anziani, molto frequentemente ed in particolare nelle famiglie più disagiate (che, come sopra illustrato, sono le più esposte ai rischi domestici), svolgono anche le mansioni di “baby sitter”: le categorie più fragili sono anche quelle che passano più tempo insieme nell’abitazione!

Immagini tratte da:

INAIL – Quaderni per la Salute e la Sicurezza:  La salute e la sicurezza del bambino (2014) – La casa e i suoi pericoli (2014)


[1] Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’ISS

[2] https://www.iss.it/siniaca-la-sorveglianza-siniaca

[3] https://www.niebp.com

[4] https://www.niebp.com/temi-niebp/incidenti-domestici-niebp.html

[5] https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza02anni

[6] https://www.epicentro.iss.it/sorveglianza02anni/pdf/2018-2019/Report_CAMPANIA_02.pdf

[7] https://quotidianocostiera.it/gli-incidenti-domestici-nei-piani-di-prevenzione

[8] Tratto dal Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 (Campania)

[9] Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia (PASSI) è un sistema di sorveglianza sanitaria che monitora diversi aspetti della salute degli Italiani. Promosso dal Ministero della Salute, è svolto sotto il coordinamento dell’ISS e vede la collaborazione fondamentale delle Aziende Sanitarie Locali

[10] https://www.epicentro.iss.it/passi-argento

[11] L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha indicato le cadute negli anziani come uno dei “quattro giganti della geriatria” insieme a depressione, incontinenza urinaria e deficit di memoria (fonte: passi d’argento.

[12] L’indagine è svolta mediante interviste; al campione è posta la domanda se siano caduti nell’arco dei 30 giorni precedenti e se sia stato necessario un ricovero

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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