25.8 C
Amalfi

Dopo 48 giorni il mare ha restituito il corpo di Manuel Cientanni

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

di EMILIANO AMATO

Stava rientrando dall’escursione in barca. All’altezza del borgo di Erchie la macabra scoperta. E’ stato un diportista, intorno alle 17 e 15 di ieri, ad allertare la Guardia Costiera di Salerno attraverso il numero blu 1530, per la presenza di un cadavere a pelo d’acqua. Dalla sede della Capitaneria di Porto è partita una motovedetta per la ricerca e il soccorso che ha raggiunto il punto indicato, a un miglio dalla costa, intorno alle 17,35.

Quasi nel punto in cui dallo scorso 14 agosto non si hanno notizie di Manuel Cientanni, il 29enne salernitano vittima di un incidente in barca.  Supporto offerto anche dai militari dell’ufficio marittimo locale di Cetara. Il corpo, tumefatto, in evidente stato di decomposizione, galleggiava col volto in acqua. In dosso soltanto un costume di colore bianco e nero, lo stesso che il cuoco della Lega Navale di Salerno aveva il giorno dell’incidente in barca. Necessario l’intervento dell’elicottero dei Vigili del Fuoco con a bordo i sommozzatori tuffatosi in mare per poter adagiare il cadavere all’interno del sacco recupero salme.

Poi la consegna ai militari e il trasferimento, a bordo della motovedetta, al molo Manfredi del porto di Salerno per l’esame esterno della salma da parte del medico legale indicato dal magistrato di turno.

Sebbene il volto irriconoscibile, il costume, i tatuaggi, il colore dei capelli, l’età presumibile non lascerebbero dubbi sull’identità del corpo che in serata è stato trasferimento presso l’obitorio dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno” dove nei prossimi giorni sarà sottoposto ad autopsia. Delle operazioni sono stati avvertiti tempestivamente i genitori di Manuel, chiamati al riconoscimento della salma. Non hanno mai perso la speranza di poter dare degna sepoltura al loro figlio, morto alla vigilia di ferragosto durante un’uscita in barca.

Dal racconto degli amici che erano con lui quel giorno, un 19enne originario del Marocco e un 33enne dell’Est europeo, Manuel era stato tranciato dall’elica del natante della lunghezza di sei metri che i tre avevano preso in locazione a Salerno. Di ritorno dall’escursione nel mare della costiera amalfitana, dopo il pranzo alla Marina di Conca, intorno alle 16 e 30, una brusca virata avrebbe provocato la caduta in mare del 29enne.

Nel tentativo recuperarlo, il marocchino che si trovava al timone in quel momento, avrebbe fatto macchine indietro colpendo l’amico con l’elica del motore da 40 cavalli. Inutile il tentativo, da parte dell’altra persona a bordo, di tuffarsi per salvargli la vita. Il loro amico non si trovava più: il suo corpo era scomparso, inabissatosi in una chiazza rossa.

Le operazioni di ricerca del corpo del giovane erano cominciate lo stesso pomeriggio, con l’ausilio di due elicotteri, uno dei vigili del fuoco, l’altro della Polizia di Stato che avevano sorvolato fino all’imbrunire lo specchio d’acqua del Golfo di Salerno. Da mare motovedette della Guardia Costiera e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza. Da Napoli erano giunti i sommozzatori del Nucleo Subacqueo della Capitaneria di Porto e dei vigili del fuoco a cercare il corpo sul fondale a circa 44 metri di profondità. Per i successivi dieci giorni le attività subacquee, complesse, avevano visto l’utilizzo di Side Scan Sonar, strumento che consente un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino sulla batimetrica di 44 metri. In superficie, invece, il pattugliamento della motovedetta CP 581 della Guardia Costiera di Salerno e degli elicotteri, da Punta Campanella a Salerno, è proseguito anche nei giorni successivi. Ma di Manuel nessuna traccia. C’è chi ha immaginato che le correnti l’avessero portato al largo come accaduto per  Francesca Mansi, travolta da un fiume di fango ad Atrani il 9 settembre del 2010 e ritrovata cadavere da un sub al largo delle Isole Eolie, tra Panerea e Stromboli, il 2 ottobre successivo. Non si spiega come il corpo di Manuel sia potuto ricomparire proprio nell’area in cui era scomparso 48 giorni prima. Diverse le ipotesi: una di queste è che quel corpo possa essersi impigliato nella rete di un peschereccio, riportato nel luogo della scomparsa per consentirne il ritrovamento. Sarà l’autopsia a chiarire molti degli aspetti ancora poco chiari di questa tragedia.

spot_imgspot_img

articoli correlati

Ravello, 2-3 maggio un convegno internazionale sull’opera di André Gide

Una due giorni interamente dedicata alle opere di André Gide, uno degli scrittori più influenti del primo Novecento...

Elezioni Minori, gruppo “Le Formichelle”: «Nessuna ibridazione elettorale a pochi giorni da presentazione liste»

«Un percorso fatto di trasparenza e linearità esige nei confronti della comunità, assoluta chiarezza». E’ quello intrapreso a...

Elezioni Furore: Andrea Ferraioli in campo per rilancio del paese

di EMILIANO AMATO E’ ufficiale: a Furore Andrea Ferraioli scende in campo e sarà candidato alle prossime elezioni amministrative...

“Una dolce storia dal 1830”, il libro della Pasticceria Pansa di Amalfi. Prefazione di Iginio Massari

“Una dolce storia dal 1830” è il titolo e il leitmotiv del libro dedicato alla storica PasticceriaPansa di...