di EMILIANO AMATO
Sembravano bravi ragazzi, seduti al loro posto. Il verificatore si avvicina: «Biglietti, prego». I tre giovani (di cui una ragazza) a bordo del pullman di linea Sita Sud sulla tratta Amalfi-Salerno erano sprovvisti del titolo di viaggio. Uno di loro riferisce di non essere al corrente che a bordo di un mezzo del servizio pubblico occorresse pagare un biglietto. In un primo momento il verificatore ha invitato i ragazzi a scendere e ad acquistare il biglietto alla fermata di Minori, di fronte al tabacchi, presso cui era appena giunto l’autobus. Incassato il diniego, quando ha chiesto loro le generalità, uno di questi gli si è scagliato contro aggredendolo prima verbalmente e poi fisicamente con ripetuti colpi al volto, scappando con gli altri tra i vicoli di Minori. Il tutto è avvenuto in pochissimi attimi, davanti agli sguardi attoniti degli altri passeggeri. L’episodio, verificatosi intorno alle 17 e 15 di oggi, è stato denunciato ai Carabinieri chiamati a individuare l’aggressore e i suoi complici che al momento hanno fatto perdere le proprie tracce. Quell’area è ben monitorata dalle telecamere di videosorveglianza pubbliche.
Il dipendente Sita si è fatto refertare presso il presidio ospedaliero Costa d’Amalfi (per lui nessuna conseguenza di rilievo, quattro giorni di prognosi).
Sul caso sono intervenute le sigle sindacali provinciali di FILT-CGIL e FIT-CISL, che chiedono nuovamente «di mettere in atto le azioni utili a fermare le aggressioni rivolte contro il personale delle aziende di trasporto pubblico locale e ripristinare il tavolo prefettizio permanete sulla sicurezza con tutte le parti, che stava producendo ottimi risultati e che ci si era impegnati a riconvocare ogni tre mesi».
In una nota congiunta i segretari delle due sigle sindacali, Gerardo Arpino ed Ezio Monetta, ribadiscono di essere da sempre «vicino al personale del trasporto pubblico locale e in particolar modo a coloro che hanno subito gravi episodi di violenza nel corso del normale svolgimento del proprio dovere».
«L’auspicio – si legge – è che l’aggressore venga fermato, identificato e subisca un vero e proprio processo per aggressione a pubblico ufficiale ed interruzione di servizio pubblico. Quello che chiediamo è di riprendere con la nostra richiesta in tavolo prefettizio di una omogeneità di azione da parte di tutte le aziende mediante anche l’adozione di un protocollo condiviso tra le istituzioni, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali che si era intrapresa».
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