di NOVELLA NICODEMI
“Professoressa, oggi a scuola ci ha portato il Sindaco con l’auto dei vigili!”. Frazione sperduta nelle innevate montagne altoatesine nel bel mezzo di una bufera negli anni Cinquanta?
No. Costiera amalfitana, frazione di Pontone, Comune di Scala, Anno Domini 2024.
Ricorrere ad estremi rimedi, fare di necessità virtù, l’arte di arrangiarsi, rimbocchiamoci le maniche, aiutati che Dio ti aiuta, chi si ferma è perduto.
Mettetela come volete, ma intanto siamo davvero messi male.
Io speriamo che me la cavo, dovranno pensare ogni giorno i ragazzi della costiera quando si svegliano la mattina e si chiedono se a scuola ci arriveranno o no. In autunno, inverno o primavera: ci sono sempre nuovi ostacoli da superare.
Non è certo responsabilità di un primo cittadino, per quanto giustamente allertato dai genitori, accompagnare fisicamente dei bambini a scuola, ma Ivana Bottone, sindaco di Scala, preso atto che il pullmino delle 7 e 20 avrebbe dovuto garantire il trasporto scolastico per Amalfi non aveva posto per altri 8 ragazzi, non si è persa d’animo, non ci ha pensato due volte. Fronteggiando l’inevitabile sconforto e il senso di impotenza, ma anche istintivamente animata dall’indignazione, ha fatto in modo che quei suoi giovani concittadini, con la delusione stampata sui volti, non arrivassero in ritardo o addirittura perdessero quel giorno di scuola.
Eh sì, perché a quanto pare, c’è ancora nel mondo civile questa singolare usanza di far andare a scuola i minori. Così, giusto perché imparino qualcosa di utile, tipo i diritti e i doveri di un cittadino.
Si chiama diritto allo studio.
Si chiama normalità.
Si chiama minimo sindacale.
Ma qui, nella Divina costa, le cose anche più scontate sembrano diventare problemi insormontabili. Criticità ataviche e recenti che sembrano irrisolvibili. Tra tutte, quelle che riguardano il trasporto pubblico locale, spesso al centro delle cronache. Basterebbe un’assunzione di responsabilità, basterebbe ascoltare la conferenza dei sindaci, dare risposte concrete a un territorio che boccheggia e annaspa.
Anche perché, se un primo cittadino è costretto a occuparsi anche di tali questioni, il suo impegno profuso a combattere contro i mulini a vento viene sottratto alla gestione ordinaria e straordinaria della cosa comune. Un inconcepibile spreco di risorse che si dovrebbero spendere per questioni più cogenti, nell’interesse di una comunità che non appartiene certo a quello che un tempo veniva chiamato terzo mondo. Meta del turismo internazionale, set di film hollywoodiani, sede di eventi di caratura mondiale, location di matrimoni da favola… e poi fare pochi chilometri da casa a scuola diventa un’impresa affidata alla fortuna.
E la fortuna si sa, aiuta gli audaci e l’energica e intraprendente Ivana, che è riuscita trovare, con la sua determinazione, strade diverse – che non richiedano l’uso dell’auto dei vigili – per garantire un servizio fondamentale per i giovanissimi abitanti della sua cittadina. C’è ancora speranza.
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