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Dolore ad Amalfi: morto Livio Rispoli, stroncato da malore a 54 anni

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di EMILIANO AMATO

Aveva lasciato Amalfi per trasferirsi a Roma e proseguire il suo progetto di vita. Ma oggi dalla capitale arriva la notizia che lascia tutti attoniti: Livio Rispoli non c’è più. Se n’è andato, stroncato da un malore improvviso, ieri sera. Aveva solo 54 anni. Pochi giorni fa era stato ricoverato in ospedale per una gastrite, poi le dimissioni e ieri sera la morte, nella casa del quartiere Montemario dove viveva con la sua compagna, Silvia, e che lo ha trovato cadavere. La salma, sequestrata, sarà sottoposto a esame autoptico che dovrà chiarire le cause della morte.

Amalfitano orgoglioso, conosciuto e ben voluto non soltanto nella sua città, è stato per anni valido tecnico della Termoidraulica Amalfitana. Il Calcio a 5 la sua passione. Indimenticabili i tempi della seconda metà degli anni Novanta, quelli dell’epopea dello Stabia Amalfi in A2. Col fratello Cesare, Livio è stato protagonista di tante vittorie che hanno portato ai salti di categoria dell’Amalfi, prima della fusione con Castellammare.

Al Centro “Monsignor Marini di Amalfi” si cominciò a pensare ai giovani, al futuro del movimento costiero di quello che poi si sarebbe chiamato Futsal. Livio, con Luigi Carbone, Peppe del Tarì, Mimmo Lagrotta, e tanti altri appassionati amalfitani dell’epoca, sotto la presidenza di Stefano Salviati, contribuirono a garantire sport ai giovani amalfitani e della Costiera. Di quelle persone che in maniera disinteressata dedicavano tempo e passione allo sport e alla crescita di quei ragazzi in un territorio che non offriva molte possibilità. Il Calcio a 5 era una bella possibilità di aggregazione. Erano i primi anni della Legea come sponsor tecnico, degli allenamenti tra il campo del Fondo Fusco, l’orfanotrofio e la polisportiva di Conca dei Marini. E Livio era sempre presente, pronto a dare la carica all’intero gruppo, un consiglio, iniezioni di fiducia, con la sua grinta, le sue esperienze di campo. Una sorta di Roberto Sedinho di Holly e Benji.

Di quegli anni belli, vissuti anche da chi scrive, è rimasto, immutato, il rispetto e l’amicizia per le persone elencate e i compagni di squadra. Ricordi e riconoscenza erano contenuti nel mio saluto a Livio ogni qualvolta lo incontravo per strada. Un uomo buono e semplice, con le sue umane fragilità.

E’ quello stesso saluto, sincero e affettuoso, che oggi intendo rivolgergli per il suo ultimo viaggio.

Grazie Livio, riposa in pace.

Foto: Michele Abbagnara

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