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Gore Vidal tra i simboli di Ravello nel mondo

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Dieci anni senza Gore Vidal. Era il 31 luglio del 2012 quando il celebre scrittore americano si spense nella sua casa di Los Angeles all’età di 86 anni. Tra gli intellettuali più celebrati del Novecento, ha legato per sempre il suo nome a Ravello. 

Nella villa Rondinaia, aggrappata alla roccia che guarda il golfo di Salerno da posizione privilegiata, come un nido di rondini, trasse ispirazione per la produzione di alcuni dei suoi capolavori come “Burr”, l’autobiografia “Palinsesto” o “Perpetual war for perpetual peace”. Probabilmente, questa, l’ultima opera partorita da Vidal a Ravello, una raccolta di saggi e riflessioni sull’America post 11 settembre.  

«Il punto di vista perfetto con cui guardare l’Occidente che muore» scrisse egli stesso della Rondinaia che oggi è un relais di lusso per pochi eletti. Qui Vidal preferiva trascorrere gran parte dell’anno, ‘rinchiuso’ in compagnia della sola quiete del luogo, l’ideale per immergersi nella riflessione politica e dedicarsi pienamente alla scrittura. L’unico ambiente della villa rimasto inalterato è il suo studio, con la libreria, la scrivania e l’Olivetti lettera 36, rimasti al proprio posto. Oggi è meta di veri e propri pellegrinaggi di amici ed estimatori. Come l’attrice Susan Sarandon e l’ex marito, il premio Oscar Tim Robbins, rimasti fedeli frequentatori della Costiera Amalfitana. Nessuno di loro ha dimenticato i party leggendari a bordo della piscina blu cobalto. Come quella volta, nell’estate del 1994, quando si presentarono, all’improvviso, Sting e Bruce Springsteen, provenienti da Positano, ospiti di Zeffirelli. Si cominciò a suonare e a cantare: con Gore le due star si lasciarono andare a un “‘O sole mio” in versione napoletano-americana. «Fu una serata indimenticabile» ricorda Luigi Schiavo, tra i proprietari del bar San Domingo, punto di riferimento di Gore per le sue serate in piazza Vescovado, con Howard Austen suo fiduciario e compagno di vita. Sul tavolo numero uno non mancava mai whisky, Civas Regal, J&B, talvolta Johnny Walker, negli ultimi anni allungati con acqua.  

Gore Vidal giunse per la prima volta a Ravello nel 1948 ai tempi del suo soggiorno romano, in compagnia dell’amico Tennessee William. Soggiornarono all’hotel Caruso. Nel 1972 acquistò la villa realizzata negli anni venti da Lord Grimthorpe, proprietario della vicina Villa Cimbrone. La Rondinaia divenne da subito il “buen retiro” per lo scrittore americano a cui piaceva contornarsi di amici. Tra i primi a fargli visita Andy Warhol e Mick Jagger. Gli scatti di quell’evento sono stati recentemente pubblicati nella docu-serie Netflix “I diari di Andy Warhol” sulla vita del creatore della pop art.  

Il secondo episodio svela un momento di gruppo, verosimilmente risalente al 1973 con Warhol e il compagno Jed Johnson che a Ravello tiene in braccio Marsha Hunt, la prima figlia di Mick Jagger con la prima moglie Bianca sul balcone della villa. Nel 1994 Hilary Clinton, in compagnia della figlia Chelsea, lasciò il marito Bill a Napoli durante i lavori del G7, rinunciando alla cena da first lady pur di raggiungere Ravello per salutare Vidal.  

Un evento che inevitabilmente riportò alla mente quella mitica vacanza nella Città della musica di Jaqueline Kennedy nel 1962, suggerita proprio dallo scrittore (il primo dei tre mariti della mamma di Vidal si era risposato con la mamma della first lady d’America). 

Proprio Susan Sarandon era interessata all’acquisto della villa prima che Vidal la vendesse, nel 2006, per 16 milioni di euro (sembra che soltanto l’indisponibilità economica l’avrebbe frenata) a una cordata di imprenditori locali. Si dice che in una delle stanze da letto della villa sia stato concepito il suo terzogenito, Miles, nato nel 1992 dalla relazione con Tim Robbins e che lo stesso Vidal gli abbia fatto da padrino. 

Nel 2017, tra i mesi di settembre e ottobre, la Rondinaia si trasformò nel set di “Gore”, biopic di Netflix su Vidal, con protagonista il Premio Oscar Kevin Spacey, diretto da Michael Hoffman. In quei mesi Spacey era all’apice della sua carriera, reduce dal successo di “House of Cards”. Proprio in concomitanza con la fine delle riprese, venne coinvolto dallo scandalo.  Spacey venne licenziato da Netflix, che lo estromise da House of Card e dal film “Tutti i soldi del mondo” (in cui è stato sostituito da Christopher Plummer), mentre “Gore” venne cancellato. 

Si può dire che Gore Vidal sia stato tra quei grandi illuminati che hanno contribuito alla diffusione dell’immagine di Ravello nel mondo. E per questo fu insignito della cittadinanza onoraria. Il 24 settembre 1983, in un’atmosfera di grande popolarità, e alla presenza di personalità della cultura, dell’arte e del cinema, nel salone di Villa Rufolo, dopo il saluto del presidente dell’associazione “Ravello Nostra”, Giuseppe Camera, il sindaco Salvatore Sorrentino lo insignì dle titolo di cittadino onorario.

«Ravello celebra oggi il decennale della scomparsa di Gore Vidal, intellettuale di statura internazionale, che amò profondamente questa città, ampiamente ricambiato da tutta la nostra comunità. Con il suo contributo, questa terra ha potuto acquisire ancora maggiore prestigio nel mondo. Con orgoglio Ravello lo ricorda» il messaggio del sindaco Paolo Vuilleumier.

Per sempre rimarrà impressa nella storia di questi luoghi la celebrrrima affermazione con cui Vidal declamava la sua Ravello:

“Mi fu chiesto da una rivista americana quale era il luogo più bello che io avessi mai visto in tutti i miei viaggi, e io ho risposto: il panorama del belvedere di Villa Cimbrone in un luminoso giorno d’inverno, quando il cielo e il mare sono così vividamente azzurri che non è possibile distinguerli l’uno dall’altro”

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