Sono convinto che non esista una persona dai 30 ai 70 anni, in costiera amalfitana, che non abbia conosciuto direttamente, o indirettamente, il professore Francesco Martingano.
Molti tra questi hanno trovato la porta di casa sua sempre aperta per approfondire, capire, studiare, apprezzare, seguire e amare la più difficile, la più arida, tra tutte le discipline. C’è poi chi è stato alunno del Prof. e insieme alla matematica ha iniziato a capire pure qualcosa di greco (non dimentichiamo che riusciva a tradurre le versioni di greco, ed Euclide, senza vocabolario). Sempre condito da risate, sguardi di complicità, parole e azioni di conforto, utili a superare momenti di difficoltà. E anche da una bella fumata di nazionali senza filtro diventate MS poi.
Io sono fortunato.
Sono stato e sono uno che tutto questo l’ha vissuto e che oggi, soprattutto grazie a lui, ha un modello ben preciso da seguire: la condivisione, la trasmissione. Non di fredde formule aritmetiche, ma di una profonda umanità che magari trova la sua massima espressione nel far comprendere la Bellezza del segmento aureo, la soddisfazione provata dalla risoluzione di un integrale, la dimostrazione dell’equazione di dio.
“Caro Professore, ma perché tutti veniamo a casa vostra e non volete mai soldi?” Fu una mia ingenua domanda di qualche tempo fa. La risposta fu immediata: la società mi ha permesso di studiare ed ora ricambio come posso.
E adesso mi mancherà la possibilità di fare quelle telefonate affettuose con il “Gigante Silenzioso“.
Fa buon viaggio Prof.
Ricongiugiti alla tua amata e, strada facendo, fumati quel pacchetto di MS mentre fai una partita a tresette e pensi a Goldbach.
Stanislao Balzamo
