di Antonio Schiavo
Componimento poetico semiserio in (forse) endecasillabi liberamente ed impunemente ispirato alla Divina Commedia del Sommo Dante e accoratamente dedicato al povero turista che si avventura sulle nostre strade. Nella foto i gironi dell’Inferno dantesco applicati alla Costiera, dall’opera originale di Arturo Alighieri (2017), quando la Costiera Amalfitana diventa un inferno.
Nel mezzo del cammin di nostra vita,
ci avventurammo e lo facemmo apposta
ove perduta gente crede gita
ma pena poi diventa, o Divin Costa!
Il principiar fue subito nefasto
Non solo pei dannati fra gli avari,
in quanto quell’ignobil Bi e Brekfasto
svelossi esser certo fra i più cari.
Bene mane con infernal bollori
senza poi obliar sì tanto affanno
tra molti lai ed ascellari afrori
ci siam lanciati incauti sul pulmanno.
Per colazione giusto un sol caffè,
che di caffè n’avea manco il sapore
ma come oro fue pagato ahimè
et fue la prima pugnalata al core.
Tregenda era lì appen partita,
per stretta carrettera iniziò dramma:
che dei padron di maledetta SITA
ad evocar si principiò La mamma!
Due torpedon trovammo per la via
et per tre ore rimanemmo in fila,
del cellulare si sfiancò la pila
sicchè peregrinar parve ordalìa.
Poscia vogliam parlar di picciol goccia
che Giove pluvio manda tomo tomo?
Ma quivi c’entra ognor la man dell’omo
e rischi di perir chè crolla roccia.
Per strada che percorri a passo tardo
un musico tedesco prese un mulo
ma pure a lui gli roderebbe il culo
se vi tornasse adesso il buon Riccardo.
Hai come meta Amalfi o Positano?
Raccomandar te stesso devi al Fato
perché potresti ancora fare peccato
lo nome de li dei nomando invano.
Or che ne abbiamo detto delle belle
a chi vuole veder Costa Divina:
preghi per evitar Cardioaspirina
Colui che move il cielo e l’altre stelle.