di GIUSEPPE GARGANO
La luce tempera i colori. Questa è l’affermazione del maestro Giovanni Gargano relativa alla sua esposizione che si tiene nella Sala don Andrea Colavolpe di Amalfi; con tali parole egli vuole riassumere il messaggio profondo da esprimere all’universo umano. “La luce della Costa” è lo spirito creatore dei colori dalle infinite tinte e sfumature che appaiono al tramonto, all’alba e perfino all’aurora intorno ai divini paesaggi della Costa d’Amalfi, ad oriente come ad occidente, sul mare come sulle alture.
Il raggio bianco penetra gli strati di un’atmosfera non sempre uguale e, attraverso le sue curvature, si scinde nei colori dell’iride, generando a volte quasi foschie rossastre, altre volte graduando i blu del mare e de cielo. “Azzurro Amalfi” è una tinta di azzurro carico realizzato dalla luce solare nei momenti in cui soffia in alto il maestrale; “Giallo Positano” ne è un’altra, questa volta non naturale bensì antropica, in quanto legata alla dipintura umana di case abbarbicate sulle rocce a picco. Argenti e ori dona la luce solare in particolari situazioni all’intero paesaggio, nel quale la creazione dell’uomo va a fondersi con quella della natura.
Il maestro sa cogliere, dopo paziente attesa e meticolosa ricerca, gli attimi alquanto fuggenti legati al sorgere e al tramontare dell’astro divino apportatore di vita, come capirono già le prime civiltà umane. Le sue opere non vogliono affatto “fotografare” il reale come appare all’occhio di un osservatore ma vanno ben oltre: esse scavano nel profondo dell’animo umano, esprimendo, in un connubio inscindibile, lo stato interiore dell’artista e impressionando la cosciente e incuriosita osservazione del pubblico.
La luce, d’altronde, pervade, non solo l’atmosfera della Terra, poiché permea l’intero universo, rompendo il buio del cosmo e l’apparente silenzio dell’immensità. La Costa d’Amalfi, un unico suggestivo angolo dell’universo, viene colta da Giovanni in puntuali e quasi irripetibili istanti delineati dalla potenza della luce, di una luce, comunque, sprigionata dal “Verbo” creatore, la cui multiforme fantasia cromatica rasserena gli spiriti affannati e ansiosi degli uomini.