La sconfitta per 3 a 0 ieri sera a Frosinone condanna la Salernitana alla retrocessione in Serie B. Il verdetto della matematica mette fine a una lunga agoni che durava ormai da due mesi. In realtà la squadra granata in questo campionato, con quattro cambi in panchina, è stata soltanto una comparsa: dalla decima giornata è sempre stata fanalino di cosa della classifica, collezionando la miseria di 15 punti in 34 gare, incassando 73 reti e segnandone soltanto 23 ed una serie infinita di sconfitte ed umiliazioni.
Era il 22 agosto del 2021 quando la Salernitana faceva al Dall’Ara di Bologna il suo esordio nella Serie A conquistata dalla truppa di Castori nell’anno del Covid. Dopo tre stagioni i granata dicono addio ufficialmente alla massima serie con la disfatta di Frosinone al termine di una stagione nefasta.
Nessuno lo avrebbe ipotizzato dopo la grande festa salvezza dello scorso anno, il 31 maggio a Piazza della Concordia: c’erano invece tutti i presupposti per un torneo di spessore, una salvezza tranquilla e qualche ambizione sventolata in piena estate dalla dirigenza.
Qualcuno, però, ci aveva visto lungo: l’allenatore Paulo Sousa, condottiero del precedente campionato, aveva lanciato più volte segnali all’ambiente: “Così non andiamo da nessuna parte”, “Servono rinforzi in tutti i reparti”. “Siamo più scarsi dell’anno scorso”.
La Salernitana ora ripartirà dalla Serie B, un campionato ostico e dalle mille insidie e lo farà senza una base su cui cementare il proprio futuro bensì dalle ceneri di una stagione assurda.