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Missione Ucraina: la scuola di Irpin ricostruita dopo i bombardamenti. Lezioni nel bunker

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di EMILIANO AMATO

Irpin (Ucraina) – L’istruzione che vince sulla distruzione. A un anno esatto dalla cacciata dei russi, attorno a Kiev si cerca di tornare alla normalità. Restano evidenti, per strada, i segni degli attacchi con palazzi sventrati e colpi di proiettili sulle facciate. Da queste parti il segno della rinascita e della speranza è la scuola di Irpin.

Una struttura accogliente e all’avanguardia, in cui studiano 1300 studenti dai 6 ai 17 anni, dalle elementari al liceo che in Ucraina è a indirizzo unico. Bombardata e devastata in diversi punti, proprio agli inizi dello scoppio del conflitto, è rifiorita grazie all’Unicef e al governo.

Ad agosto è terminata la ricostruzione, il 1° settembre il presidente Zelensky l’ha inaugurata prendendo parte alla prima lezione, seduto ai banchi con gli altri ragazzi. Aule confortevoli e colorate, laboratori, sala mensa, campi da gioco e la grande palestra: così si presenta la nuova scuola. Ma la guerra, purtroppo, non è finita e il rischio di attacchi dai droni è persistente. Lo sanno bene i ragazzi che soltanto a scuola si sentono al sicuro: il piano interrato del plesso ospita un bunker attrezzato in cui, con i docenti, ci si trasferisce al suono delle sirene così da proseguire le lezioni in sicurezza (nelle foto in alto).

“Gli allarmi ci sono quasi tutti i giorni – ci spiega la preside Olena Illiashenko -. Possono suonare anche cinque o sei volte al giorno e si deve scendere sotto terra. Ci sono scolari in presenza ma le lezioni sono anche in remoto per chi non può venire a scuola. E’ prevista anche una forma familiare dello studio: i ragazzi possono studiare a casa e due volte all’anno fanno i test”. La dirigente ci mostra le immagini, impresse su alcuni tabelloni, nei corridoi e nell’aula magna, delle condizioni della sua scuola dopo i bombardamenti, con soffitti sventrati e aule inagibili.

Questa scuola è stata scelta come tappa della missione umanitaria “L’Italia Scende in campo per la pace” condotta dai francescani con la cooperativa Auxilium, la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione Italiana Giuoco Calcio che per i ragazzi ha inviato una scorta di abbigliamento sportivo della Nazionale (tute, magliette, felpe). Alla consegna, effettuata da padre Enzo Fortunato e Angelo Chiorazzo, i ragazzi si sono mostrati galvanizzati e con i loro docenti hanno invitato la delegazione italiana a visitare l’ambiente a loro più caro: la palestra. Nell’occasione è stata organizzata una partitella a ranghi misti a cui hanno partecipato, con entusiasmo e agonismo, anche le ragazze, indossando le magliette dell’Italia.

“Qui c’è Dio che sta costruendo questa bellissima storia con voi. Appena sarà possibile e le condizioni lo permetteranno cercheremo di portare questi ragazzi in Italia per vivere l’amicizia col nostro paese” ha promesso padre Fortunato.
“Ci avete regalato un sorriso che in questo tempo ci fa bene” gli ha risposto la preside.

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