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Non c’è posto al cimitero di Atrani, sepolto a Ravello

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di EMILIANO AMATO

Ha trovato ospitalità nel cimitero comunale di Ravello l’84enne morto domenica scorsa all’imbarco del traghetto ad Ischia al termine di un soggiorno di gruppo di una settimana. La salma era giunta nel tardo pomeriggio di domenica dopo il dissequestro ordinato dal magistrato di turno alla Procura di Napoli. Residente ad Amalfi, ma originario orgoglioso di Castiglione di Ravello, le esequie dello stimato dottore commercialista si sono svolte lunedì nella chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo della frazione ravellese. La tumulazione era stata immaginata – come avviene per i cittadini di Castiglione – nel cimitero comunale di Atrani. Alcuni familiari avevano suggerito all’interno di vecchi loculi della famiglia dell’estinto, non disponibili al momento, ma che potevano esserlo previa estumulazione. Ma per l’indisponibilità immediata di spazi (pare che i loculi fossero tutti occupati), era stata richiesta la cremazione. Considerate le circostanze della morte dell’anziano (in seguito a un malore improvviso) non è stata autorizzata la cremazione. Perché stando a quanto appreso, prima di lasciare l’Isola Verde, non sarebbe stato effettuato il test del DNA che ad uso forense viene utilizzato a supporto alle indagini per la conferma dell’ipotesi investigativa.

In questi casi l’analisi del DNA può fornire utili informazioni inerenti le caratteristiche fenotipiche del soggetto. Attraverso l’attività dei geni di alcuni organi, infatti, si riesce a capire anche quanto tempo è trascorso dalla morte. Quindi per poter cremare la salma sarebbe stata necessaria la riapertura della bara per i prelievi. Si è optato, dunque, per la tumulazione della salma presso altro cimitero. La sepoltura, alla fine, è avvenuta nel cimitero di Ravello, paese natale dell’estinto dove potrà riposare in pace.

La vicenda riaccende i riflettori sulla disputa tra i Comuni di Atrani e Ravello per le sepolture. Perché il campo santo del comune più piccolo d’Italia sorge nel territorio di Ravello e accoglie le spoglie di tutti i ravellesi residenti in località Castiglione, così come avviene da almeno un secolo. Già da qualche anno il Comune di Atrani ha palesato la volontà di limitare il diritto alla sepoltura solo agli abitanti di alcune strade della frazione di Ravello a causa dell’esiguità dei loculi e di spazi per l’inumazione.

Una scelta votata dal Consiglio comunale del 27 aprile 2022. Oltre agli spazi, l’amministrazione del sindaco Luciano De Rosa Laderchi lamentava la mancata partecipazione del Comune di Ravello alle spese di gestione del Cimitero di Atrani costruito agli inizi del Novecento in località “Acque Dolci” grazie alle donazioni dei terreni da parte di alcuni cittadini residenti. 

La seduta del Consiglio comunale di Atrani celebratasi l’8 giugno 2022 aveva approvato la modifica l’articolo 55 del regolamento di polizia mortuaria, stabilendo che nel cimitero potranno essere inumate le salme di cittadini di Ravello che al momento del decesso risiedevano in sole 6 vie rispetto alle 18 del passato.

Si tratta di Via Civita (limitata fino all’incrocio con via Grotta Petina); Via Carusiello (limitata fino all’incrocio con il cimitero di Atrani); Via Castiglione; Via Famiglia Bove; Via Grotta Petina e Via per Amalfi (fino al confine con Atrani).

Il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, aveva garantito partecipazione alle spese nonchè ampia disponibilità al suo omologo Luciano De Rosa Laderchi, per la risoluzione di tutte le criticità, immaginando persino un ampliamento dell’area cimiteriale, interessando il proprio ufficio tecnico. Ne seguirono diversi sopralluoghi e poi un nulla di fatto. Del caso venne investito il Presidente della Repubblica per l’annullamento della deliberazione del consiglio comunale di Atrani, ma poi tutto si è trasferito nelle aule giudiziarie. Nella prima udienza, i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale (sezione di Salerno) hanno suggerito ai due sindaci di trovare un accordo. Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro tra i due primi cittadini (l’ultimo, di natura interlocutoria, risale allo scorso 8 marzo) allo scopo di formalizzare gli intenti.

AGGIORNAMENTI

In data 14 ottobre è giunta alla nostra redazione nota di precisazione proveniente dall’ufficio stampa del Comune di Atrani che riportiamo integralmente in ossequio delle norme che regolano l’attività giornalistica:

In relazione alle notizie che da qualche giorno circolano su testate on line locali circa la mancata sepoltura presso il civico cimitero di Atrani di un cittadino originario di Ravello, e relative sterili polemiche, corre l’obbligo di precisare quanto segue.

Il collegamento tra la vicenda recente della sepoltura del compianto defunto e quella ben più lunga e complessa del contenzioso tra i comuni di Atrani e Ravello, che seguirà la sua strada a prescindere dalle polemiche fuorvianti degli ultimi giorni, è improprio, e di questo si assumono le responsabilità del caso i firmatari degli articoli in questione.

Si tratta di due questioni assolutamente non connesse tra loro. L’accesso della salma del defunto, che risultava residente ad Amalfi al momento del decesso, non è consentito dal regolamento attuale e non lo sarebbe stato nemmeno con la vecchia norma. Nulla a che vedere, quindi, con la recente modifica dell’art. 55 del regolamento di polizia mortuaria del Comune di Atrani (che riporta alle originarie limitazioni l’accesso al cimitero ai residenti di Castiglione per palesi carenze di loculi, in seguito all’estensione unilaterale da parte del Comune di Ravello ai soli fini cimiteriali alle salme dei residenti anche di altre frazioni) come invece traspare dai citati articoli giornalistici.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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