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‘O Festone

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di GABRIELE CAVALIERE

Gli abitanti di Atrani sono estremamente devoti a Santa Maria Maddalena. Una devozione che risale all’epoca del Ducato Amalfitano, quando, si tramanda, la santa intervenne per allontanare una guarnigione di mercenari Alessandrini asserragliati nel Castello di Castiglione che, dopo quell’episodio, venne trasformato nell’attuale Collegiata…

In onore della Santa, il 22 luglio, gli Atranesi organizzano “’O Festone”, una sontuosa festa che prende il via parecchi giorni prima dell’evento.

Segna l’inizio delle celebrazioni, una settimana prima, lo sventolare della “pettolella”, un antico e prezioso drappo, raffigurante Santa Maria Maddalena, che viene inalberato sulla cima del campanile della chiesa.

Segue l’allestimento delle artistiche luminarie in piazza e lungo le vie del paese.

Il giorno della vigilia della festa si inizia con un matinèe musicale in “piazzetta”. Il giorno della festa, poi, si celebrano la solenne messa in Collegiata, patrocinata dall’Arcivescovo della Diocesi Amalfi-Cava de’ Tirreni, la seguitissima processione, un grandioso spettacolo pirotecnico sul mare e, per finire, un solenne concerto bandistico…

Si racconta che, in tempi non troppo lontani, gli atranesi per essere sicuri di organizzare la festa più bella del circondario, avviavano una vera e propria attività spionistica. Il sindaco dell’epoca, signor Gabriele Di Benedetto, accompagnato dai membri del Comitato Feste, partecipava ai festeggiamenti patronali di Amalfi il 27 giugno, di Cetara il 29, e di Minori il 13 luglio, ufficialmente per un dovere di rappresentanza ma, in realtà, per fare la conta dei colpi che sarebbero stati esplosi durane lo spettacolo pirotecnico che in Costiera Amalfitana chiude le feste patronali. Lo scopo era quello di predisporre, in occasione della festa del 22 luglio, l’esplosione di almeno un colpo in più!

A coronare questo meravigliosa scenografia di devozione, e di curiosa competizione, sulle tavole degli Atranesi non doveva assolutamente mancare il “Sarchiapone”

Il Sarchiapone è la zucca verde, che in Costiera viene chiamata “cocozza longa” o “cocozzella” e fu cucinato per la prima volta negli anni 60 da don Vittorio Proto, viaggiatore e commerciante atranese, insieme a Orlando Buonocore e sua moglie Luisa, che, reintepretando una ricetta appresa da don Vittorio in Calabria, crearono il “piatto della festa”!.

Ingredienti:

2 zucche lunghe

180 g di carne tritata, misto vitella e maiale

50 g di parmigiano grattugiato

q.b. mozzarella tagliata a dadini

q.b. salame o prosciutto cotto, tagliato finemente

1 uovo sodo e 1 uovo da sbattere

q.b. sale, pepe e farina per la panatura

q.b. passata di pomodoro

1 cipolla

Un ciuffetto di basilico

Tempi di preparazione: 1 ora circa, a condizione di avere il sugo di pomodoro già pronto.

Preparazione:

Per iniziare preparare il sugo di pomodoro, che si ottiene mettendo a rosolare nell’olio la cipolla tagliata, il sale e due foglioline di basilico. Lasciar cuocere a fuoco lento per una oretta abbondante, fino ad ottenere una salsa densa essere piuttosto denso fin da principio.

Rimuovere la scorza delle zucche e tagliarle in pezzi di 10-15 cm. Svuotare i cilindretti di zucca dei semi e della polpa interna, Infarinare ogni singolo pezzo, passarlo nell’uovo sbattuto, e friggerli fino ad ottenere una lieve doratura.

A parte, in una ciotola, mescolare la carne trita con la mozzarella, i salumi, l’uovo, il parmigiano, sale e pepe, ottenendo un impasto compatto.

Riempire i cilindretti con il composto preparato.

Disporre i cilindretti in una teglia da forno cosparsa di un sottile strato di sugo di pomodoro. Coprire i pezzi con il sugo restante ed infornarli a 180° per 40 minuti circa, girandoli di tanto in tanto durante la fase di cottura.

Appena pronti, servire caldi, aggiungendo qualche fogliolina di basilico.

redazione
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