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Perché non chiudere la Villa Romana di Minori?

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo lettera al Quotidiano a firma del professor Antonio Mammato di Minori, docente di Italiano e Storia all’Istituto d’Istruzione Superiore “Marini-Gioia” di Amalfi il quale interviene, come cittadino minorese, sulla vicenda relativa all’abbandono e all’incuria della Villa Romana di Minori di cui si conosce il passato, glorioso, ma di cui non si intravede il futuro.

Caro Direttore,

dopo aver letto su Il quotidiano della Costiera l’articolo relativo alla denuncia del sindaco di Minori e dopo aver letto l’intervento della dott.ssa Silvia Pacifico, ho ritenuto esprimere il mio pensiero in merito al problema Villa Romana di Minori; pertanto vorrei avanzare una mia personalissima proposta: ponete fine a tanta sofferenza e chiudete al pubblico il sito archeologico!

Appartengo ad una comunità, quella di Minori, i cui cittadini storicamente hanno sempre amato il proprio territorio, una città fiera delle proprie tradizioni, orgogliosa del proprio passato. Ma per permettere ai futuri cittadini di amare la propria terra è fondamentale dare loro la possibilità di studiarne la storia, scoprirne le bellezze; ma allo stato attuale sorge una domanda: oggi un bambino come mio figlio, dell’età di sei, futuro cittadino della Costa d’Amalfi, potrà mai apprezzare e amare le bellezze della “Villa Maritima Romana di Minori”? La risposta purtroppo è no e la colpa non è nostra, ma degli organi dello Stato preposti alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione del bene.

Diciamo pure che la gestione del patrimonio archeologico minorese, il principale della Costa d’Amalfi, non è mai stato ottimale (ovviamente trattasi di eufemismo), ma negli ultimi anni ha raggiunto livelli indescrivibili. Quello che una volta era il principale attrattore culturale della città di Minori, allo stato attuale, è una semplice “voragine” tra gli edifici. I turisti attraversano il corso principale e neanche sanno che a due passi da lì si può fare un tuffo nel passato di 2000 anni; questo perché per la Sovrintendenza l’ingresso principale alla villa deve essere il più nascosto possibile.

Una volta raggiunto il sito, per intercessione celeste, il visitatore entra senza pagare un biglietto d’ingresso, perché imporre un biglietto d’ingresso è sempre sembrata una cosa strana. Firma il foglio delle presenze, così facciamo vedere che le statistiche sono in ordine, poi è abbandonato a se stesso. Per anni il sottoscritto, semplice docente laureato in storia e ricercatore, (una volta per professione), gratuitamente ha accompagnato amici e conoscenti alla scoperta di questo sito archeologico. Oggi, purtroppo, non è più possibile visitare gli ambienti interni della villa, perché pericolosi, umidi e bui.

Una decina di anni fa furono spese migliaia di euro per installare dei proiettori di immagini tridimensionali, uno spettacolo molto bello, peccato che a causa dell’alto tasso di umidità le apparecchiature si ruppero nel giro di due settimane. Il bello è che queste “sofisticatissime apparecchiature”, pagate con i soldi dei contribuenti, sono ancora lì, perché nessuno le ha rimosse; chiuse in scatole di legno piazzate al centro degli ambienti, tant’è che qualcuno, in un recente passato, le ha anche scambiate per reperti archeologici del I d.C.

Lo splendido Viridarium durante i mesi “morti” dell’anno diventa una foresta, se non fosse per il Comune di Minori che, a proprie spese, (o meglio a nostre spese), fa tagliare l’erba e a pulire le vasche, (come sottolineato dal sindaco Reale nell’articolo del 2 maggio). Ma l’elenco delle oscenità è lunghissimo e tedierebbe chiunque, ma, allo stesso tempo, genera rabbia e frustrazione tra i cittadini, molti dei quali da lodare, perché, negli ultimi cinquant’anni, si sono adoperati per tentare di fare qualcosa, scontrandosi sempre contro un muro, rappresentato da una Sovrintendenza totalmente assente.

Un po’ di tempo fa su un canale Mediaset, durante un noto programma televisivo di divulgazione culturale, viene intervistata una funzionaria della Sovrintendenza, credo la responsabile di zona, forse proprio la signora Pacifico, anche se non ne sono sicuro, la quale, oltre a spendere superbe parole per la Villa Romana di Positano, un ambiente di appena 30 mq, non paragonabile ai 2500 mq della villa di Minori, si mostrava palesemente emozionata nel descrivere il grande lavoro di scavo e valorizzazione del sito archeologico e concludeva il suo roboante intervento impegnandosi a far sì che Positano ricevesse l’onorificenza di “Città archeologica”. Trovo questa dichiarazione assurda e offensiva nei confronti della Città di Minori.

A Positano il sito è gestito dalla Soprintendenza? Neanche per sogno! è gestita direttamente dal comune e dalla parrocchia e per entrare bisogna pagare un biglietto di ben 15 euro!

Per questo e per tantissimi altri motivi, compreso un finanziamento di 5 milioni di euro approvato per un intervento di restauro, che non si sa quando avrà luogo, vista la vergogna che la città di Minori prova di fronte a tanto scempio, vorrei chiedere alla funzionaria Pacifico, ultima ad intervenire sul problema con un mediocre e poco convincente scaricabarile: non sarebbe meglio chiudere al pubblico il sito archeologico? O forse, come ultimo ed estremo tentativo, non sarebbe opportuno restituire ai minoresi ciò che appartiene alla città e fare quello che è stato fatto a Positano? Perchè la Villa di Minori deve passare sotto la direzione regionale dei Musei della Campania?

Forse a Minori non siamo bravi come a Positano!

Pazienza, vorrà dire che sarà il sottoscritto, insieme ai volontari della Pro Loco, ad accompagnare tutti coloro che lo vorranno, (sempre gratuitamente), alla scoperta di quel che resta del sito archeologico più imponente della zona, perché dimenticare il proprio passato significa perdere la propria identità e questo non può accadere, anche se c’è qualcuno che fa di tutto affinché ciò avvenga. 

prof. Antonio Mammato

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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