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Ravello-Scala, gli innumerevoli disagi per raggiungere Amalfi

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Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma di Paola Esposito, residente a Ravello, che evidenzia le innumerevoli difficoltà legate alla mobilità Tra Ravello e Scala col resto della Costiera dopo l’incidente mortale delll’8 maggio scorso. Segue testo.

A 10 giorni dalla tragedia del “volo dell’autobus” e alla vigilia dell’autopsia sul corpo del povero Nicola, noi abitanti di alcune frazioni di Ravello ci troviamo a vivere un altro “dramma”, vittime anche noi della totale incuria e indifferenza da parte delle istituzioni di competenza. Dopo la “riapertura lampo” della strada “incriminata” al traffico veicolare (con tanto di passaggio delle bici del Giro d’Italia e di tutti i mezzi annessi) la stessa strada è stata completamente chiusa al transito degli autobus di linea di cui noi ci serviamo quotidianamente per tutte le nostre attività lavorative e personali.

Bene. Il problema è che a questa “paralisi” totale nessuno degli organi di competenza ha pensato di contrapporre una misura alternativa che consentisse a noi cittadini di continuare a svolgere normalmente le nostre attività quotidiane. Il risultato è che sono 10 giorni ormai che noi residenti nella zona che va dal bivio di Castiglione al luogo dell’incidente siamo completamente isolati e abbandonati a noi stessi. Agli abitanti di Ravello e Scala hanno destinato delle corse con i normali autobus della Sita che fanno la tratta Amalfi-Ravello-Scala passando per Maiori e per il Valico di Chiunzi. Per noi nulla. Noi siamo a piedi e dobbiamo cercare di cavarcela ognuno come può. Il fatto è che siamo a circa 3 km da Amalfi e altrettanti da Ravello e senza mezzi di trasporto diventa impossibile anche fare la spesa… Ma il fondo lo tocchiamo quando parliamo di anziani e bambini. Nello specifico mia figlia, 5 anni, viene abitualmente accompagnata da mia madre, 70 anni, a scuola, in palestra e quant’altro servendosi dei mezzi pubblici salvo le poche volte in cui noi genitori, che lavoriamo, riusciamo ad accompagnarla con la macchina. Ebbene da 10 giorni mia figlia e mia mamma (5 anni e 70 anni) scendono ad Amalfi a piedi per raggiungere la scuola o con un passaggio di fortuna… E da 10 giorni mia figlia non riesce a frequentare la scuola di danza, situata a Scala, per l’impossibilità di raggiungerla. Ma il colmo è stato apprendere che da qualche giorno il Comune di Ravello ha istituito un servizio con una navetta che fa il percorso Amalfi-Ravello e viceversa che non solo è a pagamento (2€ a corsa) ma… non prevede fermate intermedie!!! Praticamente noi della “zona di mezzo” possiamo anche morire!!! Ieri ho preso la navetta ad Amalfi e quando, giunta sotto casa, ho chiesto all’autista di farmi scendere lui mi ha risposto che non era autorizzato al che ho detto che si stava configurando il reato di sequestro di persona, così lui mi ha fatto il “piacere” di farmi scendere… Immaginate se la mattina per andare a scuola o a lavoro dobbiamo affidarci al buon cuore di un autista che, a sua discrezione, può decidere se fermarsi e farci salire oppure no e quindi condizionare il corso della nostra giornata!!!

Sono profondamente sconcertata e amareggiata.

Nicola è morto ed è una morte indimenticabile e imperdonabile. Ma noi tutti, in questa maledetta Costiera, moriamo un po’ ogni giorno perché veniamo privati quotidianamente dei nostri diritti e della nostra libertà. Siamo murati vivi, prigionieri nelle nostre case da maggio a settembre, vittime di continui abusi e soprusi…

Ma le parole, quelle che facciamo tutti gli anni da decenni, non servono. E non servono gli striscioni né i fiori lasciati a Nicola… Servono i fatti. Ed io andrò fino in fondo a questa storia.

È vero, “ce sta ‘o mar for”, ma questo ormai non può bastare più.

Paola Esposito

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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