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Una riscossa della coscienza critica a Minori

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di FRANCESCO CRISCUOLO

L’attenzione della stragrande maggioranza del popolo minorese si è appuntata, negli ultimi giorni, sulla paventata realizzazione del progetto della galleria di collegamento Minori – Maiori. Appena appresa la notizia dell’indagine geognostica relativa al tratto di strada interessato, è stata organizzata, quasi con fulminea rapidità, una mobilitazione spontanea, che ha trovato il suo sbocco nella marcia, svoltasi nella tarda serata di martedì 23 gennaio u.s. in coincidenza con l’inizio dei prestabiliti lavori di carotaggio.

Non hanno temuto né il freddo pungente né l’ora tarda le circa 400 persone che vi hanno partecipato. Tra esse vi erano non pochi residenti nei paesi limitrofi, preoccupati dello stravolgimento ambientale e delle corrispettive ricadute negative su quello che, agli occhi del mondo intero, è l’unicum del territorio della Costa d’Amalfi.

Non si può ignorare o fingere di ignorare la valenza simbolica e la dirompente carica ideale che scaturiscono da una manifestazione di protesta massiccia, pacifica, composta e immune da qualsiasi tentativo di strumentalizzazione, ovviamente in agguato, data l’imminenza delle note scadenze elettorali. Tanti cittadini minoresi sono coraggiosamente usciti dal cono d’ombra della sottomissione nel silenzio, si sono sottratti a un’opera pervasiva e costante di manipolazione delle coscienze da parte del potere costituito, hanno restituito a Minori il volto di un paese libero da qualsiasi condizionamento dell’autorità amministrativa locale e regionale e hanno dimostrato di non essere disposti a lasciar passare sulla loro testa decisioni calate dall’alto.

È un popolo compatto che, in linea con la sua storia, fa spazio a un sicuro risveglio della sensibilità civica, mostrando di saper difendere le sue ragioni e rivendicare i suoi diritti anche a fronte di sottili inganni e di smaccate falsità ammannite dai rappresentanti delle pubbliche istituzioni.

La filosofa Hannah Arendt ha scritto che “la menzogna è congeniale ai politici”.

Ancora una volta, come si desume dal comunicato, diffuso via social dall’amministrazione comunale in data 24 gennaio, si tenta di mascherare la realtà, falsificandola con argomentazioni più o meno seducenti. L’estensore della nota, come il personaggio dell’antica commedia plautina che con una mano mostra il pane e con l’altra scaglia una pietra, getta fumo negli occhi con facile gioco nell’ostentare un possibile passo indietro, ma anche nel rivelare, non troppo fra le righe, un’ostinata determinazione a proseguire sulla strada intrapresa. Nulla vien detto, infatti, dei pericolosi inconvenienti fin qui venuti in essere, ma la validità dell’opera è difesa a spada tratta, addirittura attraverso il richiamo suggestivo alla sirena allettante della presenza e della direzione di “un esperto di valore internazionale, cui è affidata la progettazione definitiva, e che ha curato in modo particolare l’aspetto e l’arredo della nuova Torricella pedonalizzata”.

Un esperto di paesaggio non lo è altrettanto nella materia attinente alla solidità geologica che è la maggiore fonte di perplessità, se non di giustificata paura.

La volontà risoluta di andare avanti emerge anche dall’enfatico annuncio che “lo staff tecnico produrrà la progettazione del nuovo lungomare di Minori, integrato con la sua prosecuzione fino a Maiori”. Poco prima si parla di “nuove impostazioni progettuali”.

L’accentuata reiterazione dell’aggettivo “nuovo” in un breve scritto non fa forse pensare che i veri valori di una piccola comunità come quella minorese debbano identificarsi con un’idea di novità che è soltanto nella testa dell’attuale detentore delle leve gestionali e decisionali civiche? Sembra di risentire le parole di Barack Obama all’atto dell’insediamento nel gennaio 2009: “Noi non abbiamo un passato, ma solo un futuro”. Obama si riferiva, però, all’America, che effettivamente non ha un passato.

Di certo, come fa capire con intuitiva evidenza il flash mob della serata di martedì 23, non rientra nell’orizzonte collettivo la disponibilità a veder rovinato, guastato, sfigurato un ambiente vitale che appartiene al passato e dà senso al presente in direzione di un confortante futuro.

La verità è che Maiori e Minori stanno per subire una grave e irreparabile aggressione all’integrità del loro paesaggio, di incomparabile bellezza naturale.

Il tunnel, ricavabile dallo scavo in una roccia notoriamente molto friabile, è, per generale convincimento, palesemente inutile, in quanto è stato acclarato che accorcerebbe di soli 30 secondi l’attuale tempo di percorrenza, e dannoso, per gli intuibili dissesti degli equilibri idrogeologici, oltre che per le inevitabili lesioni del sovrastante aggregato abitativo della località Torre.

Il tratto finale, contraddistinto, a quanto è dato sapere ad oggi, da un’area di attraversamento di quasi la metà dell’estensione del già ristretto lungomare pedonale minorese, peraltro l’unico rimasto inalterato tra tutti quelli degli altri centri costieri, costituirebbe un vulnus alla fisionomia territoriale, il cui storico fronte mare è stato fino ad oggi adeguatamente salvaguardato per conservare intatto il suo fascino.

Inoltre, il previsto sbocco in pieno centro storico sarebbe di sicuro impedimento all’attuale visione panoramica globale, che ricomprende gli ineguagliabili scorci di Conca dei Marini, Amalfi, Scala, Ravello e dell’ampia zona occidentale dell’intera costa, con conseguenze deleterie su un godimento di vedute, ingiustamente sottratto al flusso turistico.

Del tutto infondata, infine, è l’idea, ventilata nella predetta nota pseudoamministrativa, “di un polo turistico Maiori – Minori, sottratto alle auto”, perché vi sono molteplici motivi che inducono a ritenere, con più che ragionevole probabilità, che i rispettivi centri abitati vedranno, per sei mesi, come documentato dal già visto fenomeno dell’overtourism, un unico serpentone di autoveicoli, sicché i cittadini respireranno gas di scarico da mane a sera.

È un autentico scempio, che maioresi e minoresi si impegneranno a prevenire con ogni consentito mezzo, anche nell’interesse delle generazioni che verranno.

redazione
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