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Villa Barluzzi: la nuova perla dell’ospitalità di Ravello tra storia, arte e fede

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Un relais di charme con vista sulla costiera amalfitana, impreziosito da arredi di pregio. E’ Villa Barluzzi, nuova esclusiva struttura ricettiva di Ravello. La residenza ubicata nel complesso dell’antica chiesa di Sant’Andrea del Pendolo, risalente al XIII secolo, nel centro sstorico, poco sotto Villa Rufolo, è stata acquistata dall’imprenditore Carmine Bisogno di Cava de’ Tirreni che ne ha curato, con passione e straordinaria abnegazione, gli importanti interventi di restauro, preservandone l’importante valore architettonico. L’inaugurazione del complesso è avvenuta sabato scorso con la con la benedizione del parroco del Duomo di Ravello Don Angelo Mansi alla presenza del sindaco, Paolo Vuilleumier.

La residenza si dispone su tre livelli con sei camere, la maggior parte suites, tutte personalizzate con preziosi arredamenti d’epoca che, insieme alla cura dei dettagli e ai più moderni servizi, ne fanno un gioiello che offre ai propri clienti un soggiorno indimenticabile.

Villa Barluzzi ha ritrovato il suo splendore grazie agli studi di progettazione, di valorizzazione e ammodernamento della struttura degli ingegneri Bonaventura Fraulo e Giuseppe Mormile che con professionalità e passione hanno preservato la valenza storica del complesso, rendendo gli ambienti funzionali alle esigenze moderne e avvalendosi dell’operato delle maestranze locali sapientemente guidate da Arturo Guadagno, Antonio Aronne e Antonio Amato. Dall’ ingegner Mormile è stato anche realizzato lo spettacolo di luci che valorizza la monumentalità di Villa Barluzzi nello skyline notturno di Ravello: un’installazione architetturale che crea con la luce una particolare e suggestiva percezione emotiva di spazi e ambienti.

La nuova proprietà, nel ringraziare la comunità di Ravello per l’accoglienza e quanti hanno reso possibile la riapertura della struttura, ha presentato anche il nuovo sito web del complesso (www.villabarluzzi.it) con ricche sezioni dedicate alla ricostruzione storica e culturale, affinché sia affidata alla memoria di cittadini e ospiti la lettura delle tracce del tempo.

Il sindaco Paolo Vuilleumier – che ha voluto prioritariamente ricordare il professor Domenico De Masi di cui si era appena appresa la notizia della scomparsa – si è complimentato con i nuovi proprietari per la valorizzazione della struttura dal punto di vista architettonico e culturale. Il primo cittadino ha poi sottolineato la vocazione turistica di Ravello e l’importanza della promozione dei suoi edifici storici, divenuti nel tempo gioielli dell’ospitalità di lusso a livello internazionale.

Autore dei mosaici presenti in Villa, della rappresentazione della Madonna ravellese e di quella di Sant’ Andrea, l’artista vietrese Franco Raimondi, punto di riferimento per i cultori della ceramica a livello internazionale, il cui stile inconfondibile è ormai un segno distintivo dell’innovazione della cultura decorativa vietrese. Lo scultore ravellese Antonio Amato, invece, ha creato la realizzazione ex novo delle pregevoli cornici e bifore in tufo, rifacendosi alle geometrie medievali.

Al pittore Vito Mercurio si devono invece gli affreschi e le pavimentazioni in ceramica vietrese, commissionate esclusivamente per Villa Barluzzi. L’ estro creativo dell’artista ha rielaborato miti e vicende storiche in un entusiasmante connubio di classicità e amore per il territorio che incantano il visitatore.

Nell’ampia volta che si affaccia sul mare sono state rappresentate le Virtù come nella Chiesa delle Beatitudini, eretta nel 1937 dall’ architetto di Terra Santa Antonio Barluzzi a Tabga, in Israele. Un simbolico abbraccio tra i fratelli Barluzzi, due grandi protagonisti della storia dell’architettura italiana del ‘900.

Infine le campane di Villa Barluzzi sono state progettate su commissione e realizzate dalla Pontificia Fonderia di campane “Marinelli” che opera da oltre dieci secoli ad Agnone, nel Molise. Si tratta della più antica fonderia italiana, tra le più antiche al mondo, che nel 1924 ha ottenuto da Papa Pio XI il privilegio di effigiarsi dello stemma pontificio, ed è stata candidata al riconoscimento quale Patrimonio Unesco per l’Arte Campanaria tradizionale dal Ministero per la Cultura nel 2023.

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