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Cambiamenti climatici e patrimonio culturale immateriale: da Ravello linee guida e raccomandazioni per le istituzioni

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Il tema del cambiamento climatico è oggi indubbiamente tra i punti cardine dell’agenda politica ed è al centro di importanti dibattiti anche tra le istituzioni, le associazioni, gli enti di settore e le comunità.

Tra gli aspetti che più richiedono attenzione, vi è certamente l’impatto sul patrimonio culturale intangibile, costituito da pratiche, rituali, storie, lingue, canti, danze, tradizioni, cibi, competenze che le comunità riconoscono come elementi fondamentali nella costruzione e nella rappresentazione della propria identità territoriale. Occorre, quindi, che a questo particolare tema siano dedicate nuove attenzioni e sensibilità in grado di far emergere tutta l’importanza e la problematicità della questione.

Se n’è discusso, alla presenza di esperti, tecnici e rappresentanti di comunità, a Ravello, il 12 e 13 aprile, nell’ambito di una policy round table a cura del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, prevista nell’ambito del progetto europeo Green Heritage (cofinanziato dal programma Erasmus +), tra i progetti pionieristici di questa direzione di ricerca.

I lavori porteranno alla pubblicazione di un documento di sintesi (policy brief) contenente linee guida e raccomandazioni specifiche per prevenire gli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio culturale immateriale.

Grazie ad una riflessione improntata all’ascolto e al dialogo tra esperti, professionisti e comunità che condividono competenze ed esperienze, una serie di raccomandazioni che mirano a orientare i processi decisionali in questo campo saranno offerte alle amministrazioni locali, regionali, nazionali ed europee. Ma non solo: un aspetto fondamentale del progetto è, infatti, quello relativo alla comunicazione e alla condivisione dei risultati di ricerca dal momento che, tra i suoi obiettivi principali, vi è lo sviluppo di nuove consapevolezze sia in seno alle comunità di riferimento dei casi studio, sia ad altre comunità che presentino le medesime vulnerabilità, alle associazioni, agli enti di settore, alle fondazioni.

Nello specifico, il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali ha dunque invitato esperti, amministratori locali, enti di ricerca, imprese e associazioni per dialogare e confrontarsi nell’ambito di due tavole rotonde consecutive:

–          Saperi e Tecniche (l’arte dei muri a secco della Costiera Amalfitana)

–          Tradizioni, Rituali e Culti (le feste della Madonna Avvocata e dei Ceri di Gubbio)

A partire dalla discussione sui casi di studio, dunque, si è riflettuto sulle possibili forme di vulnerabilità dei patrimoni culturali immateriali di fronte ai cambiamenti climatici, sulle strategie di mitigazione del rischio e prima ancora sulle azioni utili a generare consapevolezza e proattività presso le comunità.

Dai lavori, è emersa una serie di politiche su cui concentrarsi nel medio e lungo termine.

Queste politiche sono state divise in sette macro-temi: regolazione; governance e pianificazione degli interventi di gestione del rischio; formazione di competenze specifiche per il pubblico e per il privato; azioni di sensibilizzazione e informazione; infrastrutturazione materiale e immateriale di supporto; ricerca mirata; patrimonializzazione, soluzioni green.

Per la fine del mese di maggio 2024 il Policy brief sarà finalizzato e diffuso.

Particolarmente interessante è stato il ‘gemellaggio’ con la città di Gubbio e con la Festa dei Ceri, che si tiene nel centro umbro tutti gli anni il 15 maggio. Una delegazione eugubina ha attivamente partecipato alla tavola rotonda, e sono in corso trattative tra il Comune di Gubbio e il Centro per avviare un’intesa formale, con l’obiettivo di collaborare allo sviluppo e alla realizzazione di progetti di valorizzazione, tutela e diffusione sul tema del patrimonio culturale immateriale.

Il progetto “GreenHeritage L’impatto dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale immateriale” è finanziato dal programma comunitario Erasmus +. Avviato nel 2022, durerà fino al 2025. Oltre che dal Consiglio Nazionale delle Ricerche che ne è il leader, GreenHeritage è promosso e realizzato dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali (IT); CMCC Fondazione Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (IT); ReadLab P.C. Research Innovation and Development Lab (GR); ILFA LU The Institute of Literature, Folklore and Art of the University of Latvia (LV); UAEGEAN University of the Aegean (GR); CANDIDE International (BE), ELORIS S.A. Research, Education, Innovation and Development Company of the North Aegean Region (GR); ALLI Athens Lifelong Learning Institute (GR).

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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