Amate, sottovalutate, violate, ammirate, stereotipate. Eppure sempre centro propulsore di vita ed energia, esempio di una resilienza quotidiana che corre trasversale alle epoche storiche ed alle coordinate geopolitiche.
Promosso dal Comune di Atrani in occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne, “Voci di donne” vuole essere un momento per celebrare le mille sfaccettature e la centralità della figura femminile nella società; perché di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.
L’incontro, in programma sabato 9 marzo alle 18,00 presso la Sala consiliare del borgo costiero, sarà aperto da Il canto delle donne, della poetessa Alda Merini, interpretato da Angela Di Lieto della Compagnia Teatrale Atellana, che curerà anche Il Monologo di Mirandolina tratto da La Locandiera di Carlo Goldoni.
A seguire, la professoressa Lucia Ferrigno, ex docente di Filosofia e Storia, autrice di numerosi romanzi e recentemente premiata a Londra al Premio Letterario Internazionale “The Alchemy of Poetry” per il racconto L’araba Fenice inserito nella raccolta tutta al femminile Fabula, parlerà di Storie ed emozioni dell’Universo femminile. Di sensibilità e forza, di bellezza e rabbia, di cenere e rinascita. Di luci e ombre: perché la vita di ogni persona è fatta di questo, ma quella delle donne un po’ di più.
Di disuguaglianza ed emancipazione femminile, di parità di genere e di cosa c’è ancora da fare per raggiungerla, parlerà invece l’avvocato Stefania De Martino, da sempre al fianco delle donne nella battaglia per i diritti e contro la violenza di genere. Una violenza che non è soltanto fisica e che troppo spesso affonda le proprie radici nella disparità tra uomo e donna, in famiglia così come nella società, ed in rapporti di potere diseguali.
Sarà un’occasione per riflettere sui diritti acquisiti dalle donne e su quelli mancati; un momento per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche ma anche un’opportunità di confronto sulla condizione femminile presente e futura, per e con le donne. Soprattutto, sarà un modo per uscire fuori dalla retorica esclusivamente celebrativa dell’8 marzo, restituendo alla ricorrenza un ideale concreto da praticare anche nei restanti 364 giorni dell’anno.