Condè Nast Traveller, il magazine internazionale di viaggi, turismo, hotel di lusso e benessere ha stilato la “The Gold List 2024” dei 68 migliori alberghi di lusso. Dal Brasile al Giappone, passando per i cinque continenti, la speciale selezione stilata in base alle preferenze dei viaggiatori dell’élite internazionale rivela in quale località balneare si ritorna volentieri d’estate e qual è l’hotel in città in cui sentirsi bene. Nella nuova collezione vi sono soltanto cinque hotel italiani: tra questi il Palazzo Avino di Ravello, unico della Costiera Amalfitana che condivide il primato del Mezzogiorno con il Regina Isabella di Ischia (gli altri sono il The Gritti Palace di Venezia, l’hotel d’Inghilterra a Roma e il Sereno sul Lago di Como).
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Dal 1997 Palazzo Avino è tra gli alberghi italiani più prestigiosi al mondo nel segmento del lusso, e contribuisce ad accrescere ulteriormente il livello dell’offerta turistica d’eccellenza di Ravello e della Costiera Amalfitana. Questo ennesimo riconoscimento rappresenta un vanto per l’intero territorio a cui l’albergo resta sempre legato.
«Si tratta di una bellissima conquista» commenta Mariella Avino, managing director del Palazzo Avino alla quale abbiamo chiesto, qualche anche qualche anticipazione per la stagione 2024.
«Abbiamo in pipeline diversi progetti sui quali non mi sento ancora di dare anticipazioni in quanto per alcuni dipenderà sulla tempistica necessaria per realizzarli non so se vedranno la luce del 2024 o nel 2025 – ci dice – Posso confermare che il trend sul 2024, allo stato sembra in linea con il 2023, pur consapevoli che la situazione internazionale impone di restare cauti. Inoltre in questo periodo, per noi di laboratorio di idee e progetti, cerco sempre più di lavorare una direzione identitaria e legata al territorio, che credo sia sempre più l’essenza del lusso che vogliamo trasmettere. Questo ovviamente toccherà sia tutta l’offerta gastronomica con un legame più forte con il territorio e con la tradizione, sia collaborazione con artigiani locali che possono con i loro tocco legarci ancora di più alla storia del nostro luogo».
