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Amalfi

Amalfi, il manifesto di Giancarlo De Luca per la festa di Sant’Andrea

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di Sigismondo Nastri

La festa del 27 giugno, ad Amalfi, ci riporta al 1554, quando imperversava lungo le nostre coste il pirata turco Khair-ad-Din, detto Barbarossa. Egli, dopo aver saccheggiato Ischia e Procida, si stava trasferendo nel golfo di Salerno, “nutrendo eguale disegno di rapina e di distruzione. Ma mentre in quel solstizio estivo il mare era placido e tranquillo – scrive lo storico Matteo Camera –, questo cominciò verso sera a rubbolare, e gradatamente ingrossando, commutossi in sì fiera ed orribil tempesta da mandare a male la flotta ottomana”. In un documento, redatto dal notaio Berardo Battimelli di Ravello, si racconta che, all’alba del 27 giugno, le navi di Barbarossa erano davanti alla costa, pronte ad attaccare. La gente, colta dal panico, invocò la protezione dell’apostolo Sant’Andrea. Amalfi sarebbe stata messa a ferro e fuoco se non si fosse scatenata una violenta tempesta, che portò scompiglio tra gli assalitori (la falca di uno dei loro vascelli è esposta ora nel museo della cattedrale). Scampato il pericolo, si gridò al miracolo.

Il manifesto realizzato da Giancarlo De Luca riassume in maniera esemplare gli elementi principali di quell’episodio: la figura rassicurante dell’apostolo, che dall’alto domina la scena e si pone a difesa del territorio e dei suoi abitanti, che lo invocano come loro “duce” e “protettore”. Con un particolare che va evidenziato. L’apostolo reca sul mantello due simboli: la croce del Cristo, ad avallare che “contra hostes fidei semper pugnavit Amalphis” e quella d’otto punte dell’Ordine di Malta, l’istituzione cavalleresca con finalità umanitarie fondata dagli amalfitani ad opera di fra Gerardo Sasso. L’onda si erge maestosa e avvolge in un poderoso abbraccio il grappolo di case che, da Capo di croce all’ex convento francescano, oggi hotel Luna, si proietta sul mare. Mentre la nave pirata arranca sballottata verso la marina, con parte dell’equipaggio costretto ad annaspare tra i flutti.

Giancarlo ha la grande qualità di essere, nei suoi lavori – siano essi dipinti o disegni – sintetico, conservando però una notevole forza descrittiva. Soprattutto, chiaro.

redazione
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