Si va verso il processo civile d’appello per la morte di Carmine Abate, lo chef del ristorante Zaccaria di Atrani che il 2 gennaio del 2010 perse la vita nel crollo del costone roccioso che distrusse il locale.
I giudici della Corte di Cassazione (quarta sezione) hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati Felice Lentini e Carlo Di Ruocco, difensori delle costituite parte civile (il fratello e la moglie della vittima assieme alle due figlie), con il rinvio per un nuovo giudizio al giudice civile di secondo grado per stabilire il risarcimento a carico di Andrea Barbaro, Pinto Zaccaria e Annamaria Staiano, responsabili del costone roccioso e del ristorante.
L’ambito penale della vicenda processuale a carico del proprietario del costone (Barbaro difeso dagli avvocati Carmine Giovine e Ricci Albergotti) e dagli amministratori della società che gestiva il ristorante (Zaccaria e Staiano difesi dall’avvocato Luigi Gargiulo) si è conclusa con l’assoluzione di tutti e tre disposta dal giudice della corte di appello di Salerno contro cui il pg non ha ritenuto di proporre ricorso alla Suprema Corte. Cosa che invece hanno fatto gli avvocati di parte civile in primo grado in cui vi furono tre condanne, oltre al pagamento di una provvisionale risarcitoria disposta dal giudice monocratico.
Ma finora la famiglia Abate, dopo tredici anni dalla tragedia, non ha ricevuto ancora alcun risarcimento.