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Cetara, ricerche in mare ancora a vuoto. «Manuel potrebbe essere altrove»

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di EMILIANO AMATO

Dagli abissi ancora nessun elemento che riconduca a un imminente ritrovamento del corpo di Manuel Cientanni, il 29enne salernitano che risulta disperso dalle 16 e 30 di lunedì scorso in seguito al tragico incidente avvenuto nel mare della costiera amalfitana. Il quarto giorno di ricerche si è concluso con un altro nulla di fatto: i fondali dello specchio acqueo di fronte ai borghi di Erchie e Cetara, punto in cui è avvenuta la tragedia (col giovane inabissatosi dopo essere stato tranciato dall’elica della barca) continuano ad essere scandagliati sulla batimetrica di 44 metri. Le attività subacquee, complesse, hanno visto ancora i sommozzatori dei Vigili del Fuoco operare con Side Scan Sonar, uno strumento di ultima generazione giunto dalla direzione dei caschi rossi del Lazio, che consente un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino. Personale specializzato giunto dai reparti della Calabria sta operando con i colleghi del comando provinciale di Salerno. Un sottomarino ROV (remotely operated vehicle), con telecamera subacquea ad ampio raggio, pilotato da una postazione remota, è gestito dagli uomini della Capitaneria di Porto di Salerno. 

«Nella ricerca andrebbero coinvolti tutti i diportisti che frequentano quella zona, andrebbe emessa un’ordinanza per limitare la velocità in quel tratto  di mare – sostiene Emiddio Ventre, docente di esercitazioni nautiche presso l’istituto Nautico “Giovanni XXIII” di Salerno – Invece, ieri come oggi, le barche e i traghetti continuano a sfrecciare come se nulla fosse successo, rischiando di complicare ulteriormente le ricerche. L’ipotesi è che i polmoni del ragazzo si siano riempiti di acqua per i tagli inferti dall’elica e quindi sia andato a posarsi sul fondale».  

Lucio Balsamo, consigliere della Lega Navale di Salerno con delega alle aree demaniali e agli ormeggi dei pontili, conosceva bene Manuel, che da alcuni anni lavorava come cuoco presso la sede sociale al porto “Masuccio Salernitano”.   

«Ricordo un ragazzo con la passione per il suo lavoro – dice – che cucinava anche molto bene. Per noi è stato un colpo terribile quanto accaduto. Lavorava già col precedente gestore del bar e del ristorante che diamo in comodato d’uso, tanto da essere confermato, quattro mesi fa, dalla nuova gestione a cui proprio io avevo consigliato di tenere questo ragazzo col quale ci eravamo trovati molto bene. Lunedì scorso era il suo giorno libero e per ferragosto avevamo già molte prenotazioni che abbiamo dovuto poi disdire. Aveva affittato una barca con due amici tra cui Joseph, un ragazzo marocchino, aiuto cuoco, a cui Manuel aveva insegnato molte cose. Aveva avuto il permesso di soggiorno e scelto di andare a lavorare al club velico. Anche io lo stavo aiutando a trovare un’abitazione a Torrione o a Pastena perché non voleva più stare in casa famiglia. L’altro ragazzo (un giovane dell’Est europeo nda), non l’ho mai visto».  

Le regole del mare non sono quelle della strada e proprio a riguardo il consigliere della Lega Navale si lascia andare a una considerazione: «Si permette di affittare barche a persone senza patente nautica e senza alcuna esperienza in mare, natanti (fino a 10 metri nda) peraltro dotati di motori da 40,70 cavalli che riescono a raggiungere anche 25 o 27 nodi, una velocità rilevante. Noi della Lega Navale promuoviamo corsi anche per chi non ha la patente nautica e per chi intende andare per mare senza alcuna esperienza». 

Balsamo, che pratica pesca sportiva di superficie (è iscritto al settore Fipsas, affiliato al Coni), conosce bene le correnti del Golfo di Salerno. Crede nella possibilità che un’onda anomala abbia provocato la caduta accidentale in mare di Manuel, durante il rientro verso Salerno. 

«Vado in barca da quando avevo 14 anni – spiega – In costiera si creano onde che arrivano da tutte le direzioni a causa del passaggio di traghetti e motoscafi ad alte velocità. E’ facile che si possano creare incroci di onde pericolosissimi. I ragazzi evidentemente non erano molto pratici del mare».  

Circa le realistiche possibilità di ritrovare Manuel, sostiene: «Se vi fosse stata una mareggiata, il corpo sarebbe arrivato sulla costa. Da noi le mareggiate sono sempre alimentate da venti di Libeccio o Scirocco, col mare che porta sulle spiagge qualsiasi cosa, come tronchi e anche carcasse di animali morti. Può anche darsi che il corpo sia già riemerso ma non sappiamo dove. Lunedì pomeriggio la corrente andava da Ponente (dalla costiera) a Levante, verso Punta Licosa. Stavamo pescando verso Marina di Eboli e la corrente andava verso Agropoli». E anche se non fosse ancora riemerso, per Balsamo, Manuel «non sta più in quella zona». «In quella batimetrica si creano delle correnti sottomarine – rivela –  a causa del termoclima differente, il contrasto tra le temperature calde della superficie e quelle fredde delle profondità. L’alta pressione di questi giorni incide non poco. Bisogna aspettare una mareggiata». 

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