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Cinque Terre: stop a friggitorie, kebab, discoteche. E negozi aperti anche d’inverno

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Stop a friggitorie, venditori di kebab, sexy shop, night club e discoteche: alle Cinque Terre, il Comune di Riomaggiore sta perfezionando un’intesa con la Regione Liguria, e la Soprintendenza per la Città metropolitana di Genova e la provincia della Spezia. Ne dà notizia il quotidiano La Repubblica in un articolo a firma di Michela Bompani.

L’obiettivo è non soltanto quello di regolamentare il tessuto commerciale del proprio territorio, accorciando la filiera dei prodotti in vendita e alzandone la qualità, ma introducendo, per la prima volta, in tutte le Cinque Terre, una svolta nell’apertura degli esercizi commerciali che, dal prossimo autunno, dovranno garantire aperture, anche a turno, al proprio Comune, per tutta la stagione invernale.

Provvedimenti che potrebbero essere presi ad esempio anche dalla Costiera Amalfitana che con le Cinque terre condivide numerose caratteristiche, dalla particolare conformazione morfologica ai vincoli paesaggistici, a riconoscimento Unesco, all’incontrollato fenomeno del turismo di massa.

Per la gestione della trasformazione del turismo, sembra che nelle Cinque Terre siano molto avanti. La nuova intesa promossa da Comune di Riomaggiore, che coinvolge anche il borgo di Manarola e i centri abitati del Groppo e di Volastra. punta a introdurre una svolta. «Il documento, già avallato dalla Regione, è ora in discussione con le categorie commerciali, che ringrazio per la grande collaborazione – spiega a Repubblica la sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia – l’obiettivo non è vietare, ma alzare la qualità e valorizzare le attività esistenti, mentre tutte le nuove aperture, soprattutto bar e ristoranti, dovranno avere la certificazione Cets, la Carta europea del turismo sostenibile, rilasciata dal Parco nazionale delle Cinque Terre. L’intesa infatti è volta a favorire l’insediamento e il sostegno a imprese capaci di qualificare il territorio».

L’elenco dei divieti è articolato e dettagliato: sono bandite le aperture di nuove friggitorie, che comunque devono trattare materia prima a chilometro zero e non surgelata. Sono banditi i sexy shop, le discoteche e i night club, i centri massaggi, i “compro oro”, i “money change” e i “phone center”, le lavanderie automatiche, i distributori automatici di prodotti alimentari, le rivendite di kebab, i negozi che vendono bevande alcoliche, «eccetto quelle che possiedono certificazioni di qualità, macellerie e pollerie «che prevedono la vendita di prodotti non di origine italiana» e i negozi di merce usata.

Oltre alla stretta sulle categorie merceologiche, nella nuova intesa tra la Regione il Comune e la Soprintendenza è contenuta una svolta nel prolungamento dell’offerta commerciale che dovrebbe spingere i borghi delle Cinque Terre sulla via della destagionalizzazione e, dunque, nella direzione di spalmare gli arrivi di turisti per un periodo più lungo durante tutto l’anno. Finora, d’inverno la maggior parte delle attività economiche chiudevano: il Comune – che sta lavorando con le associazioni di commercianti soprattutto su questa innovazione – avrà, con l’entrata in vigore dell’intesa, la possibilità di chiedere agli esercizi commerciali di tenere aperto per alcuni periodi anche in bassa stagione. «Si tratta di una nuova disciplina per tutti, coinvolge anche le attività esistenti – dice la sindaca Pecunia – avevamo già introdotto la clausola di garantire aperture anche nei mesi invernali per concedere ai locali l’utilizzo del suolo pubblico, ora la estendiamo a tutti. Ringrazio l’associazione dei commercianti con la quale lavoriamo a condividere un calendario di aperture in modo che nessuno dei mesi autunnali e invernali rimanga “scoperto” e ci ritroviamo con tutti gli esercizi chiusi». Per questo, ogni negozio, entro il 30 giugno di ogni anno, dovrà comunicare al Comune il proprio periodo di chiusura autunnale e invernale, organizzandola non in concomitanza con le altre attività.

Fonte: La Repubblica

redazione
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