Così com’era vissuto in semplicità, schivo se n’è andato Claudio Proto, forse uno degli ultimi gentiluomini della Costa d’Amalfi.
Una settimana fa l’avevo incontrato, per l’ultima volta, in Ospedale a Cava de’ Tirreni, quando ho iniziato il mio turno di guardia cardiologica in Cardiologia/UTIC.
Sono rimasto sorpreso, perché non sapevo del suo peggioramento di salute, ma quell’incontro che porterò nel mio cuore, è stato bellissimo e, la sua gioia nel vedermi, con gli occhi che improvvisamente si sono arrossati ed inumiditi, mi hanno commosso.
Il dottore è uno di famiglia ha detto agli infermieri che gli chiedevano se mi conoscesse.
Il dottore è buono e bravo.
Io gli ho stretto la mano e l’ho rassicurato con un sorriso , intrattenendomi un po’ con lui, ascoltando i suoi racconti di vita contadina.
Sì perché Claudio Proto è stato un uomo che, nella sua vita, ha avuto solo due grandi amori: “la famiglia e la terra”.
Come era bravo a coltivare la terra, così ha saputo allevare, con lo stesso amore i suoi figli.
Una famiglia che ha fatto del lavoro una ragione di vita, imprenditori sì, i figli, ma di quelli che nella preparazione non hanno ammesso contaminazioni perché il chilometro zero per loro è stato sempre ragione di vita e credo da professare quasi maniacalmente.
Cucina vera, autentica degli antichi sapori ed odori che risvegliano il passato, il presente e, perché no, anche il futuro, perché la genuinità non ha né tempo, né luogo.
Una dipartita triste per quanti hanno apprezzato l’ uomo e, per la sua famiglia a cui il genitore ha lasciato un patrimonio di sapienza enogastronomica, di rispetto e di affetto.
Ai figli, miei cari amici, ai parenti tutti va il mio abbraccio fraterno e sincero, uno dei tanti estimatori che nel tempo, per motivi diversi lo ricorderanno per i suoi consigli e, per la grandezza nella sua semplicità.
Salvatore Ulisse Di Palma